Giarrusso (PE): “Lettera a Mattarella su tipi sulle parole aberranti di La Russa”

“Nel ricordare i fatti di Via Rasella il Presidente del Senato ha stravolto la verità storica raccontando che le vittime fossero “una banda musicale di pensionati”, e stigmatizzando non già il clima irrespirabile dovuto all’occupazione nazista avallata dal regime fascista, bensì chi a quell’orrore si opponeva: i partigiani”.

Lo scrive l’europarlamentare Dino Giarrusso in una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pubblicata in esclusiva dal quotidiano on line The Post Internazionale.

“Da italiano, grato ai partigiani per averci dato la libertà e la democrazia, non credo possa essere oggetto di dibattito ciò che è storia e non opinione, e non credo sia sano per una democrazia, per un paese importante come il nostro, poter falsificare la nostra storia recente, specie da una posizione di rilievo istituzionale”, continua il deputato, che rincara.

“Le vittime di via Rasella non erano musicisti in pensione: erano militari altoatesini al servizio del nazifascismo, e il più anziano di loro aveva 42 anni.

Questo goffo tentativo di revisionismo spicciolo su un episodio così importante, che dette origine alla feroce rappresaglia delle Fosse Ardeatine, dove 355 innocenti -solo perché antifascisti, ebrei o non allineati al regime- vennero assassinati senza pietà, non sarebbe accettabile nemmeno se venisse da un opinionista a gettone, da un avventore che farnetica in un bar, da un signor nessuno che dovesse telefonare ad un programma radiofonico tanto per sfogare le sue frustrazioni”.

Stigmatizza Giarrusso: “Ma quando questa lettura aberrante viene proposta non già da uno sciagurato passante, bensì dalla seconda carica dello Stato, di quello Stato democratico figlio proprio della resistenza partigiana, non è solo una falsità inaccettabile, ma rappresenta a mio modo di vedere un grave e pericoloso vulnus”, conclude il politico catanese, nel suo appello al Presidente della Repubblica.