SINALP Sicilia denuncia la distruzione del SSN a vantaggio del sistema privato escludendo dal diritto alla salute le fasce deboli
“Il servizio sanitario non regge più, siamo all’inizio della fine”, La sanità italiana è al collasso e senza i necessari investimenti, c’è il rischio di lasciare indietro i cittadini più poveri.
Abbiamo subito un vero e proprio furto della nostra salute.
Questa strisciante strategia di distruzione del SSN che negli ultimi anni si è incancrenita, con la pandemia ha avuto una vergognosa accelerazione.
Quello che per anni si è chiamato Servizio Sanitario Nazionale che ha curato gratuitamente o quasi milioni di italiani, con le varie riforme succedutesi negli ultimi trenta anni è di fatto scomparso ed è stato sostituito nel nuovo “WELFARE” che in lingua inglese fa più effetto, ma sicuramente ha soppiantato e distrutto il vecchio e caro Stato Sociale.
Il nuovo sistema pubblico di gestione della salute, chiamato appunto pomposamente il “nuovo Welfare”, ha dato il via alprocesso di privatizzazione del Sistema sanitario regionaleSiciliano, ed è evidente a tutti i cittadini, anche a quelli più sprovveduti, che stiamo subendo una rivoluzione contro tutti gli italiani.
Fa presente la delegata Sinalp Sanità, Sig.ra Vittoria Di Bella, che da alcuni anni gli esperti del settore, pagati per risolvere la “crisi della sanità pubblica”, hanno pensato bene di introdurre nel nostro sistema sanitario il “salvifico” criterio della sussidiarietà orizzontale che, secondo queste grandi menti, dovrebbe contemplare la suddivisione dei compiti, nell’alto ed esclusivo interesse dei cittadini, tra la pubblica amministrazione e le imprese private del settore della Sanità.
Questo sistema nei fatti invece ha visto un continuo trasferimento di servizi dal Sistema Sanitario Nazionale gratuito per tutti i cittadini, verso le strutture sanitarie private in convenzione con lo Stato ed a totale discapito degli italiani.
Strutture della Sanità Privata, dichiara il Segretario Regionale Sinalp Dr. Andrea Monteleone, che sempre più spesso ormai dichiarano ai cittadini che il budget loro assegnato è terminato e possono offrire la prestazione sanitaria solo a pagamento, ed il famigerato budget concordato con il SSN stranamente già a marzo e non a ottobre o novembre, come sarebbe logico prevedere, è terminato.
Questo ormai evidentissimo sbilanciamento verso gli interessi privati, sta fagocitando quel che resta del SSN.
La distruzione del SSN inizia con la trasformazione, anche nel nome, degli Ospedali che da Presidi Ospedalieri passano ad “AZIENDE OSPEDALIERE”; Già con questa accezione si passa dal supremo interesse della salute degli italiani al “Dio Denaro”; da quel momento l’attenzione si sposta dai pazienti da curare al pareggio di bilancio.
Avere come linea guida il pareggio di bilancio costringe il sistema ad attenzionare sempre più l’aspetto economico e non più quello sociale del SSN.
Da quella iniziale trasformazione, al Sistema Sanitario Nazionale in 10 anni sono stati sottratti 37 miliardi di finanziamenti, e contestualmente è aumentata la spesa verso la sanità privata, che però, in quanto tale, tende a sviluppare principalmente le prestazioni più remunerative e in caso di una emergenza sanitaria comunque chiede sempre supporto al SSN, mostrando i suoi reali limiti.
Questa riduzione della spesa a favore del SSN ha fatto “evaporare” i posti letto, sempre per dover rincorrere una presunta razionalizzazione dei servizi sanitari offerti, ritenuta necessaria per evitare sprechi e duplicazioni delle prestazioni sanitarie.
Questa riduzione continua di posti letto, dichiara la Dirigente Regionale Sinalp Natascia Pisana, ad oggi, ha creato enormi vuoti in diversi territori della Sicilia che loro malgrado si ritrovano totalmente scoperti di un qualsivoglia presidio sanitario.
Ricordiamo a tutti che in Italia nel 1981 avevamo ben 530.000 posti letto mentre nel 2020, ultimo dato disponibile, ci ritroviamo con soli 191.000 posti letto sparsi nell’intero territorio nazionale.
Questa continua riduzione di posti letto, sempre per inseguire quel pareggio di bilancio che ha di fatto surclassato di gran lunga il benessere dei cittadini, ha fatto nascere il fenomeno, prima esclusivo dei servizi aeroportuali, del “boarding” cioè l’attesa di 5/6 giorni o anche più, per potersi ricoverare in un ospedale pubblico, ops in una azienda sanitaria pubblica.
Durante la pandemia, a causa di una ulteriore errata politica del ricambio professionale del settore, gran parte dei servizi sono stati ridotti o addirittura sospesi, poiché i pochi medici ed infermieri ancora in attività sono stati tutti dirottati verso l’emergenza sanitaria.
Pretendere di consentire gli studi di medicina e di scienze infermieristiche solo a chi supera dei quiz di non si sa cosa, cultura generale? Conoscenze specifiche? Conoscenze di amici più o meno importanti?
O semplicemente la classica “botta di fondoschiena sempre utile e necessaria? ha creato una evidente mancanza di professionisti sanitari in grado di coprire le esigenze sanitarie di una Nazione che si reputa civile.
Questa mancanza di personale chiaramente fa peggiorare la qualità del servizio, e si ripercuote sui cittadini che si ritrovano con liste d’attesa lunghissime e vergognose per le visite specialistiche, fa venir meno anche la semplice parvenza del servizio di prevenzione medica costringendo i cittadini, per chi può permetterselo, a rivolgersi al settore sanitario privato, per non parlare poi dei pronto soccorso intasati.
Ma non tutti hanno la disponibilità economica per curarsi attraverso la sanità privata per gli alti costi che comporta e, abbandonati a sé stessi, rinunciano a curarsi.
Oggi gli italiani vivono un totale abbandono da parte della sanità pubblica, e lo stiamo toccando con mano anche con i pazienti danneggiati da vaccino, che vengono puntualmente rimandati alla sanità privata.