Mi sento abbandonato, lasciato solo dalle istituzioni e da tutti
Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte di un cittadino che si trova in quarantena a Gela al fine di potere dare voce alla sua situazione nella speranza che gli organi preposti possano intervenire.
Questo il testo integrale:
“Salve, sono un cittadino gelese e mi chiamo Salvatore M. Ho un problema relativo alla mia quarantena. Sono tornato il 16 marzo da Roma e mi sono autodenunciato sia alla Regione sia al medico di famiglia. Fino ad oggi, non ho avuta nessuna comunicazione per fare il tampone faringeo. Una situazione che mi demoralizza tantissimo, se penso inoltre che amici, colleghi di lavoro e vicini di casa, che si sono messi in quarantena dieci giorni dopo di me, lo hanno già fatto e sono ritornati a casa dalle loro famiglie. Tutto questo non è corretto! Ho due figli minorenni e una moglie, ospitati da un mese da due anziani con varie problematiche, che hanno dovuto lasciare casa, portando dietro poche cose, visto che credevamo che saremmo tornati alla normalità familiare dopo quindici giorni o poco più. Le mie condizioni di salute sono buone, ho sempre rispettato tutte le prescrizioni, ma psicologicamente inizio a risentirne. Mi sento abbandonato, lasciato solo dalle istituzioni e da tutti. Ho inviato molte mail all’Asp di Caltanissetta, ho chiamato vari numeri per avere riscontro, ho mandato messaggi anche al sindaco. L’unica certezza che ho ad oggi è che sono chiuso in casa da un mese, costretto a non vedere i miei figli. Le autorità dove sono? Che criterio stanno adottando? Correttezza zero! Mi sono stancato di aspettare. Vorranno forse costringermi a raggiungere comunque la mia famiglia o dovrò sopportare questa situazione difficile di isolamento dai propri cari ancora per molto? Alle istituzioni e a chi di dovere dico una cosa soltanto: non dimenticate chi con coscienza si è autodenunciato, non fateci credere che chi rispetta sé stesso e soprattutto gli altri debba pagare alla fine il prezzo più caro: l’abbandono!”