Sud Sudan, la fame morde ogni giorno
Una ricorrenza che nel mondo occidentale passa quasi inosservata, ma che per i Paesi alle prese con crisi alimentari, carestie, malnutrizione e fame acuta rappresenta l’ennesima occasione per lanciare l’allarme.
Conflitti, instabilità politica e corruzione rendono spesso difficile la vita dei cittadini, al di là della povertà intrinseca di alcuni Paesi, mentre la complessa distribuzione degli aiuti internazionali spesso finisce per dare un sollievo solo parziale.
Sul campo, ad occuparsi di progetti per la salute, anche alimentare, sono le Organizzazioni Non Governative, e – tra queste – Amref, nata in Kenya e ad oggi la principale ONG africana.
Il reportage ci porta a Gumbo, quartiere periferico della capitale del Sud Sudan, Juba.
Prezzi alle stelle
Qui, all’estrema povertà di gran parte della popolazione, si aggiunge un’inflazione altissima, che in poco tempo ha portato alle stelle – a volte persino quintuplicati – i prezzi dei generi alimentari, anche di prima necessità. Come il “chapati”, pane tipico di queste zone.
Secondo i dati di Amref, 8.300.000 sud sudanesi, il 78% della popolazione, sono a rischio crisi alimentare. A raccontare le difficoltà di potersi garantire almeno un pasto dignitoso al giorno sono soprattutto le donne.
“I nostri figli sono costretti a diventare ladri”
Betty Makelele Isaac ha 50 anni e sei figli.
“Ho molte cose da dire, perchè fare la spesa al mercato è sempre piu costoso.
La povera gente non puo davvero comprare niente. Ogni cosa è carissima e il dollaro è alto. E i nostri figli sono costretti a diventare ladri. Tutte le cose costano troppo.
I prezzi stanno salendo perchè il dollaro sta diventando sempre piu caro. La povera gente, come me, deve lavorare duro per poter mangiare”.
Suzan Michael Oburok ha 45 anni e otto figli, tutti costretti ad interrompere gli studi: tasse scolastiche troppo alte. Ma il pericolo è ben peggiore: la fame.
“I miei figli: ho dovuto scegliere se dare loro un’istruzione e o da mangiare”
“Al momento non c’è nessuno che ci aiuti. Noi speriamo solo che i prezzi si abbassino, cosi che la povera gente possa permettersi di comprare qualcosa da mangiare.
Non c’è alcun aiuto da parte del governo. Ognuno si arrangia da solo, come può.
I miei figli non sono i figli del governo, sono solo miei. Ho dovuto scegliere se dare loro un’istruzione o dare loro da mangiare.
Quando piango, mi rivolgo a Dio. Penso che Dio possa cambiare le persone e far si che possano aiutarci”.
In Sud Sudan, i cambiamenti climatici, la siccità seguita da inondazioni, persino le locuste, rendono la vita molto dura.
“Due milioni di persone stanno affrontando una malnutrizione acuta”
Morris Ojok è il Country Manager di Amref in Sud Sudan.
“Solo quest’anno, si stima che oltre due milioni di persone, tra donne e bambini al di sotto dei 5 anni, stiano affrontando una malnutrizione acuta. È un dato enorme. È un problema che deve essere affrontato in tutto il Paese.
È il risultato della mancanza di cibo per la popolazione in diverse parti del Sud Sudan.
Proprio come i Paesi vicini, Uganda, Kenya ed Etiopia, anche il Sud Sudan sta affrontando il problema del cambiamento climatico. Quest’anno abbiamo avuto nove mesi di inondazioni, una cosa mai vista prima!
E, ovviamente, non si può coltivare nulla”. La situazione nel Sud Sudan non ci deve far dimenticare che la Giornata Mondiale dell’Alimentazione è molto di più di una semplice data.
fonte Euronews