Neet, triste primato per l’Italia: il report di Cgil e ActionAid
Il fenomeno dei NEET (acronimo che sta per “Not in Education, Employment or Training”, indicando i giovani che non studiano né lavorano) nel nostro Paese è tristemente in aumento.
Secondo quanto riportano i dati contenuti nell’ultimo report condotto da CGIL e ActionAid, infatti, a detenere il primato in tutta Europa è proprio l’Italia.
NEET: in Italia sono 3 milioni
Tale report ha evidenziato come in Italia il fenomeno dei NEET sia molto più diffuso rispetto agli altri Paesi europei. I NEET italiani sono un totale di circa 3 milioni, ossia il 25% della popolazione presa in considerazione.
Alcuni fattori in particolare incidono molto sul numero di NEET: tra questi troviamo soprattutto il genere di appartenenza (con una maggioranza spiccata di NEET di genere femminile) e la regione di residenza; basti pensare che l’incidenza raddoppia al Sud rispetto al Nord, con il Mezzogiorno e soprattutto la Sicilia in testa.
Quali sono le cause del fenomeno
Ma quali sono esattamente le ragioni che stanno alla base del fenomeno NEET? Innanzitutto ad incidere in modo significativo è la produttività del Paese. Un Paese caratterizzato da una produttività scarsa e rallentata tende infatti ad avere un mercato del lavoro poco dinamico, all’interno del quale la ricerca di un impiego si rivela un percorso lungo e alquanto complesso.
Non va sottovalutato anche il peso del percorso formativo del singolo, in particolare se c’è un certo disinteresse in termini di inserimento nel mondo del lavoro e se le scuole non offrono percorsi di orientamento tali da agevolare la transizione dalla scuola all’impiego professionale.
Strategie per ridurre il numero di NEET
Negli anni sono state numerose le strategie proposte per tentare di arginare il fenomeno dei NEET. In primis i fondi europei, volti proprio a risollevare i territori che necessitano maggiormente di un sostegno in questo senso. Questi ultimi hanno infatti l’obiettivo di potenziare alcuni percorsi formativi in particolare e velocizzare l’inserimento nel mercato del lavoro.
Anche chi ambisce a una carriera che richiede conoscenze di tipo universitario può contare su alcune soluzioni che si rivelano funzionali ed efficaci in questo senso: parliamo ad esempio delle università telematiche, che consentono di frequentare un corso di laurea (anche magistrale) interamente online e aumentare così le possibilità di assunzione in alcuni ambiti specifici.
Infine, è il caso di sottolineare l’utilità di soluzioni orientative efficaci, in grado di avvicinare concretamente le scuole e gli studenti al proprio territorio, evidenziandone le opportunità in termini professionali. Investire nella formazione e rendere più agevole alle future forze lavoro il passaggio dalla scuola al mondo dell’impiego sembra dunque essere la vera chiave per risolvere il problema dei NEET.