Gela non è adeguata per ospitare un termovalorizzatore

Dopo la dichiarazione del Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, riguardo l’ubicazione a Gela dell’inceneritore impropriamente denominato termovalorizzatore, ritorno ad esprimere la mia opinione in merito alla sua scelta.

E invito a tutti i gelesi ad effettuare esposti contro tale opera alla Procura, l’inceneritore fu voluto fermamente da ENI lo decise nel 2015 a Roma.

Il Presidente giustifica questa sua decisione in quanto il progetto riguardante Gela è in fase avanzata, anche se ammette che la logica spingerebbe l’ubicazione a Palermo, che purtroppo dovrebbe partire da zero.

La realtà è un’altra realizzare l’opera a Gela significherebbe un ritorno fiscale di 320milioni di euro grazie alle ZES e non effettuare le bonifiche ambientali pari a circa 2miliardi di euro.

Ribadiamo Gela non ha le infrastrutture viarie per assorbire 600 tir di spazzatura e centinaia di vagoni di maleodorante immondizia. La città del Golfo a breve sarebbe la città più maleodorante dell’Europa.

Reato odori molesti, anche il valore degli immobili crollerebbe in molte zone della città. Al di là che il termovalorizzatore inquina o non inquina direttamente, la città di Gela avrebbe dei danni considerevoli poiché non possiede né un’autostrada, né uno scorrimento veloce, né una circonvallazione, né un porto funzionante, né ferrovia.

Tutti i rifiuti andrebbero a transitare per le principali arterie stradali via Venezia, lungomare, per via ferroviaria attraversando Gela da ovest a est, tutti i giorni, tutti i mesi, tutti gli anni. La ricaduta occupazione locale non andrebbe oltre le 20 unità lavorative effettive e fisse.

La solita storia che si ripete. Nel 1986 si scelse Gela per installare una megacentrale a carbone. Inizialmente il Consiglio comunale si schierò a favore di questa costruzione con la giustificazione che avrebbe creato lavoro. 

Ciò, invece era dovuto che per questi “signori” era più importante schierarsi a favore dei poteri forti sia a livello regionale che nazionale e quindi avere giovamento alla propria carriera politica. I morti di cancro a Gela sono decine al mese e ne avremo per 500 anni.

Anche adesso i nostri amministratori e giornalisti nicchiano, perdendo tempo per dare il loro consenso a cose fatte e quindi fare il gioco di chi guida la politica e manipola la gente in proseguo a quando stabilito da Crocetta prima e Musumeci dopo.

Invitiamo tutti a presentare esposti per danno temuto, a Gela quest’opera non deve essere fatta!

Francesco Agati