Varsavia indaga sull’origine dell’esplosione. Mosca: “Non siamo stati noi”
Il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki ha convocato un meeting di emergenza per far luce sui missili (forse russi?) che nel tardo pomeriggio avrebbero raggiunto Przewodów, un villaggio polacco che dista meno di dieci chilometri dalla frontiera ucraina. Lo confermano giornalisti di Varsavia alla Dire.
VITTIME PER L’ESPLOSIONE IN POLONIA
L’esplosione ha causato almeno due vittime. Internauti sui social hanno citato un articolo del Trattato Nato, secondo cui un attacco a uno o più Stati membri costituisce un’aggressione all’intera Alleanza e può quindi motivare una risposta armata diretta.
POLONIA CONFERMA ESPLOSIONE MA NON ORIGINE
La Polonia “conferma l’esplosione a Przewodow”, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, in cui “sono rimaste uccise due persone” ma sull’origine dell’attacco “sono in corso accertamenti”.
Lo ha dichiarato il portavoce del governo polacco Piotr Muller, al termine di una riunione d’emergenza convocata dal primo ministro Morawiecki e durata oltre tre ore a Varsavia.
Nessuna conferma quindi che si sia trattato di un lancio di missili russi oppure di colpi sparati dalla contraerea ucraina. I vertici del governo hanno riferito che “unità militari aggiuntive” saranno dislocate al confine con l’Ucraina.
Muller ha inoltre confermato che si sono già tenuti colloqui col segretario della Nato Jens Stoltenberg e con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, mentre si sta valutando di richiedere un meeting con la Nato ai sensi dell’articolo 4 del Trattato dell’Alleanza atlantica.
LA RUSSIA SMENTISCE: “PROVOCAZIONE DELIBERATA”
Nessun missile russo ha colpito la Polonia e le ricostruzioni di media e funzionari di Varsavia sono solo “una provocazione deliberata”: così il ministero della Difesa di Mosca in una nota.
Secondo questa versione, “le dichiarazioni di media e funzionari polacchi rispetto alla presunta caduta di missili ‘russi’ nell’area di Przewodów sono una provocazione deliberata nel tentativo di produrre un’escalation “.
Nella nota del ministero della Difesa russo si legge ancora: “Le immagini dei rottami pubblicate dai media polacchi da Przewodów non hanno nulla a che vedere con armi russe”.
L’ESPERTO RUSSO: “A COLPIRE SONO STATI MISSILI S-300 DI KIEV”
In territorio polacco potrebbero essere caduti missili S-300 del sistema di difesa ucraino: a sostenerlo Aleksej Leonkov, esperto militare citato dall’agenzia di stampa russa Novosti.
Stando a questa tesi, “missili di crociera russi non sarebbero riusciti a raggiungere il territorio della Polonia, mentre a farlo potrebbero essere stati missili ucraini terra-aria S-300 funzionando in modo non corretto”.
GLI USA: “NON ABBIAMO INFORMAZIONI SU PROVENIENZA MISSILI”
“Sappiamo che i media stanno riferendo che due presunti missili russi avrebbero sconfinato in Polonia uccidendo due persone.
Posso dirvi che non abbiamo nessuna informazione al momento per sostenere queste notizie e siamo al lavoro per trovarne “. Lo ha detto alla stampa statunitense il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder.
CONVOCATO VERTICE NATO A BRUXELLES
Incontro Nato mercoledì 17 novembre a Bruxelles tra gli ambasciatori dei Paesi membri: a riferirlo fonti diplomatiche citate da media internazionali, secondo le quali la richiesta è giunta dalla Polonia a seguito di notizie su un’esplosione nel suo territorio, presso il confine con l’Ucraina.
La possibilità di una riunione del genere è prevista dall’articolo 4 dell’Alleanza atlantica.
Nel testo si legge che “le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata “.
STOLTENBERG (NATO): “ACCERTARE TUTTI I FATTI”
“È importante che tutti i fatti” su quanto avvenuto in Polonia “vengano accertati”: così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, su Twitter dopo aver parlato al telefono con il presidente della Polonia Andrzej Duda delle esplosioni che si sono verificate al confine con l’Ucraina, che diversi media hanno attribuito a missili russi.
“Ho comunicato le mie condoglianze per le vite perse”, ha aggiunto il massimo dirigente dell’Alleanza atlantica in riferimento alle almeno due persone che hanno perso la vita nella deflagrazione.
“La Nato sta seguendo la situazione e i Paesi membri sono tutti in stretto contatto “.
VON DER LEYEN: “ALLARMATA DA NOTIZIE POLONIA”
“Sono allarmata dalle notizie di esplosioni in Polonia, che hanno seguito dei massicci bombardamenti missilistici russi sull’Ucraina”. Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
La massima dirigente dell’organo esecutivo dell’Ue non ha quindi parlato apertamente di missili russi, come paventato da diversi media e dalle autorità ucraine.
“Le mie condoglianze e il mio più forte messaggio di sostegno e solidarietà alla Polonia e ai nostri amici ucraini “, ha aggiunto poi von der Leyen.
Nelle esplosioni che si sono verificate in Polonia, a pochi chilometri dal confine ucraino, hanno perso la vita almeno due persone.
TAJANI: “SEGUIAMO CON LA NATO, VICINI A VARSAVIA”
“La Farnesina segue, con la massima attenzione, in costante contatto con la Difesa, con i Paesi europei e con gli alleati della Nato gli sviluppi della situazione in Polonia. Le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. Sono vicino al popolo polacco “.
Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, lo scrive su Twitter in merito alle notizie di esplosioni con vittime nei pressi del confine con l’Ucraina.
LETTA: “A FIANCO DEI POLACCHI”. CALENDA: “FOLLIA RUSSA CONTINUA”
“A fianco dei nostri amici polacchi in questo momento drammatico, carico di tensione e di paure. Quel che succede alla Polonia succede a noi”. Così Enrico Letta, su Twitter.
Il leader del Terzo Polo Carlo Calenda è più netto: “La follia russa generata dalle pesanti sconfitte continua.
Siamo con la Polonia, con l’Ucraina e con la NATO. La Russia deve trovare davanti a sé un fronte compatto. I dittatori non si fermano con le carezze e gli appelli alla pace”.
Fonte https://www.dire.it/