Cocaina, in Colombia la coltivazione della pianta è ai massimi storici

Un fiume di cocaina invade l’Europa. Arriva dal sud America, trova un varco nei porti di diversi Paesi, intossica sempre più consumatori, aumentano i casi di violenza legati all’uso della polvere bianca e alle metanfetamine.

Che non è più una droga solo per pochi, solo per ricchi, è risaputo, ma come arginare i danni e il commercio?

I ministri della Giustizia di sei Paesi europei, tra cui l’Italia, 15 giorni fa hanno deciso in un meeting ad Amsterdam di setacciare i porti per bloccare il fiume di cocaina.

Per l’Europol la situazione è più grave del previsto: negli ultimi quattro anni abbiamo assistito a sequestri record nell’Europa occidentale, ogni anno consecutivo, con almeno 240 tonnellate di cocaina sequestrate nel 2021, forse anche di più, dicono dall’agenzia. Sul mercato c’è un fiume di polvere bianca.

Con la forza del denaro i trafficanti si aprono un varco nei porti europei, Valencia, Gioia Tauro, Rotterdam, solo per citarne alcuni, sempre di più Anversa: il Belgio rischia di diventare un narcostato. Ma c’è anche chi la coca la porta con voli privati. 

Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Italia e Spagna hanno preso l’impegnodi setacciare i porti non a caso ad Amsterdam, una città colpita negli ultimi anni dalla violenza legata alla droga.

Il ministro della Giustizia belga Vincent Van Quickenborne conosce in prima persona quanto le bande criminali faranno per salvaguardare i loro affari multimiliardari: è stato messo sotto protezione il mese scorso dopo che quattro persone sospettate di aver preso parte a un complotto, si presume ordito da trafficanti, per rapirlo sono state arrestate nei Paesi Bassi.

“Penso che siamo entrati in una nuova fase – ha detto all’Ap – una nuova fase chiamata narco-terrorismo, una fase in cui i narcoterroristi cercano di destabilizzare la società e prenderne il controllo”, “Naturalmente, non permetteremo mai ai nostri Paesi di diventare narcostati”.

In Perù aumentano le coltivazioni di coca

La Colombia è ancora il produttore numero uno al mondo, per l’agenzia delle Nazioni unite per la droga e il crimine la coltivazione della pianta di coca in Colombia ha raggiunto il massimo storico: 204 mila ettari di terra vi sono dedicati, pari a un più 43 % nel 2021 rispetto all’anno precedente, tanto che a rischio c’è anche la biodiversità del Paese, scrive l’agenzia. 

Soprattutto è stato invertito in trend che tendeva a ridurre le coltivazioni. Anche in Perù e in Bolivia le coltivazioni di coca si allargano sempre di più.

fonte Euronews