L’università come risposta ai conflitti e alle crisi mondiali: il Politecnico di Torino per l’accoglienza
Con l’inizio del nuovo anno accademico, in un periodo storico particolarmente critico per i conflitti internazionali che stiamo vivendo, il Politecnico intende ribadire il ruolo fondamentale dell’Università per rispondere alle crisi globali con l’accoglienza.
Il 27 settembre il Politecnico di Torino ha infatti salutato l’inizio dell’Anno Accademico 2022/2023 accogliendo anche gli studenti e le studentesse provenienti da zone di guerra o con situazioni critiche, che hanno potuto iscriversi grazie ai progetti di accoglienza e sostegno messi in campo dall’Ateneo torinese.
Ne hanno parlato oggi la Prorettrice Laura Montanaro e la Vice Rettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità Claudia De Giorgi, che hanno voluto raccontare, insieme alle testimonianze di alcuni dei giovani protagonisti, le attività e l’impegno di tutta la comunità accademica, che ha risposto con disponibilità ed entusiasmo alla richiesta di aiuto proveniente da sempre più Paesi del mondo.
La professoressa Montanaro ha commentato: “Vi è una crescente emergenza mondiale che coinvolge donne e uomini che necessitano di protezione e accoglienza, come anche recentemente richiamato da autorevoli voci, non ultima domenica scorsa quella di Papa Francesco.
La nostra grande comunità politecnica ha condiviso da subito questo impulso all’accoglienza e all’integrazione, anche con una disponibilità che in tanti casi si è espressa al di là degli abituali compiti istituzionali.
I nostri colleghi e colleghe hanno aperto le porte delle loro case, hanno ospitato e ospitano queste persone in difficoltà, si dedicano ad accompagnare il loro inserimento nella vita di tutti i giorni, per organizzare momenti di incontro che riportino la vita a quella serena quotidianità che molte di queste persone non conoscono da tempo
Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato che il Politecnico ha tra i suoi obiettivi strategici di creare le condizioni di inclusione, equità e accoglienza che permettano a studentesse e studenti stranieri o persone di talento provenienti dai Paesi con evidenti criticità, richiedenti asilo e migranti di accedere e studiare in Ateneo per esprimere al meglio le loro potenzialità, come parte di una comunità accademica e territoriale.
Già dal 2019 l’Ateneo ha aderito al Manifesto dell’Università Inclusiva promosso da UNHCR e sottoscritto da 52 atenei italiani per facilitare l’accesso all’istruzione superiore da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Ispirato a tale Manifesto, nel 2022, su impulso del Politecnico, prende vita il progetto PIU-AEI – Piemonte Università Accoglienti Eque Inclusive, il cui obiettivo è il coinvolgimento attivo e in rete delle quattro Università, degli attori istituzionali e del Terzo Settore del Piemonte nella creazione di condizioni di vita, studio e lavoro che almeno in parte mitighino il dramma di coloro che, già parte della comunità accademica o che vi aspirino, vivono la condizione di rifugiate/i, richiedenti asilo o provenienti da Paesi in condizioni di fragilità e instabilità per cause geopolitiche, istituzionali, economiche e climatiche.
Grazie a queste premesse il Politecnico ha potuto rispondere tempestivamente all’emergenza Ucraina, accogliendo, già a partire da marzo 2022, tre studentesse e uno studente, a cui è stata subito assegnata una borsa di studio mensile per la durata di 6 mesi.
In questo caso si è spontaneamente creata una rete di volontari tra i docenti e il personale dell’Ateneo, che ancora oggi supporta questi ospiti nella risoluzione dei problemi anche pratici della permanenza a Torino.
Una testimonianza diretta del supporto dell’Ateneo è quella di Daria Goptsii: grazie all’accoglienza del Politecnico, già in primavera si è potuta iscrivere a tre insegnamenti singoli che le hanno consentito di non perdere mesi di studio e di superare brillantemente quest’anno il test di ammissione per iscriversi al Corso di Laurea in Computer Engineering.
La professoressa De Giorgi ha aggiunto: “abbiamo predisposto aiuti sotto molteplici forme, come il coinvolgimento dei nostri “Buddies”, studenti borsisti non solo italiani, più avanti nel percorso di studi e formati ad accogliere e accompagnare tutte le matricole: nel caso degli studenti e studentesse appena arrivati in Ateneo con i corridoi universitari, i Buddies potranno offrire una guida e qualche risorsa in più per affrontare insieme il momento complesso dell’inserimento nella nostra comunità universitaria e cittadina.
Abbiamo poi creato una “Rete di Antenne” nei Dipartimenti, coinvolgendo il personale docente e amministrativo al fine di accompagnare questi studenti internazionali più fragili anticipando e affrontando uno a uno, ma con un’unica regia condivisa e consapevole, i problemi che si presenteranno.
Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Torino abbiamo quindi avviato il servizio di counseling psicologico gratuito Passi@PoliTo per studenti e studentesse internazionali, che si propone di migliorare il processo di inserimento e di integrazione sul territorio (soprattutto per coloro che provengono da Paesi extra UE maggiormente caratterizzati dall’uso di modelli educativi, scolastici e sociali culturalmente distanti da quelli europei).
Alcune associazioni studentesche stanno dando un grande aiuto nell’integrazione al Politecnico e a Torino e, in qualche caso, con il loro aiuto riusciremo a fornire ai più bisognosi degli strumenti informatici di prima necessità”.
Sfruttando il “corridoio universitario” creato grazie al progetto UNICORE promosso daUNHCR, Ministero degli affari esteri e cooperazione, Caritas Italiana e Diaconia Valdese che prevede la creazione di percorsi di ingresso regolari e sicuri per lo studio e l’integrazione in Italia, con il supporto di un partner locale quale l’Ufficio Pastorale Migranti, qualche giorno fa è stato accolto al Politecnico uno dei primi due studenti rifugiati arrivati in Italia quest’anno con il progetto.
Si tratta di Yves Umuhotza, studente originario del Burundi rifugiato in Zimbabwe che attualmente è ospite della Diaconia Valdese a Torino e frequenterà, grazie ad una borsa di studio del Politecnico, la Laurea Magistrale in Ingegneria energetica e nucleare.
L’ultima iniziativa, intrapresa autonomamente dal Politecnico grazie ad una donazione privata, ha permesso a 12 ragazzi e ragazze originari dell’Afghanistan di iscriversi al Politecnico con borse di studio già assegnate, e a un rifugiato afghano di fruire di una borsa di Dottorato.
Tali risorse hanno consentito loro di ottenere il visto per l’Italia superando i problemi burocratici causati dalla mancanza di una rappresentanza diplomatica nel Paese.
Sono appena arrivati il primo studente e la prima studentessa, mentre gli altri, ancora in attesa del visto e del trasferimento, stanno seguendo le lezioni online.
Taiebeh Alemi, giunta a Torino da meno di un mese, ha raccontato la sua esperienza di studentessa che vive da quando è nata come rifugiata a Mashhad (Iran) dove, con enormi difficoltà, è riuscita a seguire la sua passione e studiare architettura.
Ha subito colto l’occasione offerta dal Politecnico di Torino di proseguire i suoi studi magistrali in una delle università più accreditate al mondo, e ne è entusiasta.