Fondi Pnrr per infrastrutture e reti idriche

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata al Presidente dell’ATI CL6 il Sindaco di Niscemi Massimiliano Conti e al Sindaco di Gela dal portavoce di Area Civica – Gelesi in movimento Filippo Guzzardi in merito ai fondi PNNR.

“Per progetti e finanziamenti relativi ad infrastrutture e mobilità, nell’ambito della Missione 2 – Componente 4 – Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica – il Piano nazionale di ripresa e resilienza (che sarà di seguito richiamato con l’acronimo Pnrr) ha previsto:

  1. 239,6 Milioni di euro da impiegare per invasi e gestione sostenibile delle risorse idriche destinati alla Sicilia;
  2. 900 milioni di euro per le Reti di distribuzione idrica da ripartire fra più regioni con apposito bando.

Per quanto riguarda il primo punto, la ripartizione dei fondi è stata indirizzata a tre “progetti bandiera”, due accessori minori, nonché alla ripresa e/o potenziamento di interventi a legislazione vigente.

I tre progetti bandiera riguardano il “rifacimento del Potabilizzatore Jato”, il “Potabilizzatore Presidiana” ed il potenziamento del sistema idrico della Sicilia sud-occidentale con riferimento alla “adduzione da Montescuro Ovest per Mazara, Petrosino, Marsala”.

I due progetti accessori minori riguardano il potenziamento del sistema idrico della Sicilia sud-occidentale con riferimento ai “volumi compenso sistemi Garcia, Montescuro Ovest, Favara di Burgio” ed il “raddoppio del II tratto dell’acquedotto Garcia dalla vasca di disconnessione al potabilizzatore Garcia di Sambuca di Sicilia e revamping della stazione di sollevamento Garcia”.

I progetti a legislazione vigente concernono: “l’Adduttore alle zone irrigue dipendenti dal serbatoio Castello – 1° tronco dalla Diga di Castello alla diramazione Tavernola – progetto di completamento; Realizzazione Nuovo Scarico di Fondo della Diga Pozzillo; Diga Rosamarina – Lavori di adeguamento del sistema di tenuta e drenaggio della diga e il miglioramento delle opere utili alla gestione dell’infrastruttura; Diga Olivo- Manutenzione straordinaria scarichi e sistema di tenuta; Diga Pietrarossa – Interventi per il completamento della diga”.

Per quanto attiene al secondo punto, nel marzo scorso il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile ha pubblicato l’avviso per l’assegnazione dei 900 milioni di euro destinati dal Pnrr al miglioramento delle reti idriche, in particolare alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti.

Il 40% delle risorse complessive, pari a 360 milioni di euro, è destinato prioritariamente alle Regioni del Sud, (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).

In merito alle tempistiche, le proposte di finanziamento andavano e vanno presentate attraverso la Piattaforma “Gestione Misure” in due finestre temporali:

  • dal 19 aprile 2022 ed entro il 19 maggio 2022 (utile ad allocare i primi 630 milioni di euro);
  • dal 1° settembre 2022 ed entro il 31 ottobre 2022 (per l’assegnazione dei rimanenti 270 milioni).

Inoltre, le risorse eventualmente non allocate nella prima fase verranno rese disponibili nella successiva, e verranno erogate sotto forma di sovvenzione diretta a fondo perduto.

Ai fini della presentazione delle richieste di finanziamento i soggetti proponenti, cioè gli Enti di Governo d’Ambito, individuano l’ambito di intervento oggetto della proposta, con particolare riferimento a reti di distribuzione, porzioni di rete o gruppi di reti che risultano particolarmente critici. L’ambito di intervento deve avere almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • popolazione servita maggiore di 100.000 abitanti;
  • nel caso in cui la popolazione servita sia minore o uguale a 100.000 abitanti, coincidere con l’intero ambito territoriale ottimale o sub-ambito, ovvero con l’intera popolazione servita per i soggetti di cui all’articolo 4 comma 2 lettere a e b del bando.

In particolare, il bando del Mims elenca un insieme di progetti potenzialmente ammissibili a finanziamento:

  • rilievo delle reti idriche e loro rappresentazione tramite GIS per procedere all’asset management dell’infrastruttura;
  • installazione di strumenti smart per la misura delle portate, delle pressioni, dei livelli dell’acqua nei serbatoi e degli altri parametri eventualmente critici per la qualità del servizio erogato (p.e. parametri analitici dell’acqua);
  • modellazione idraulica della rete;
  • installazione delle valvole di controllo delle pressioni per la riduzione delle perdite;
  • distrettualizzazione delle reti e controllo attivo delle perdite;
  • pre-localizzazione delle perdite tramite metodi classici (acustici) e innovativi (radar, scansioni da satellite e/o aereo, etc.);
  • identificazione di tratti di rete da sostituire o riabilitare, assistita dal modello idraulico e da strumenti di supporto alla decisione;
  • interventi di manutenzione straordinaria, rifacimento e sostituzione di tratti di reti idrica, sulla base dei risultati delle attività precedentemente indicate;
  • strumenti di smart-metering per la misurazione dei volumi consumati dall’utenza.

Le proposte presentate devono assicurare la misurabilità e verificabilità nel tempo degli obiettivi che si prevede di raggiungere e delle fasi di realizzazione delle opere sottese.

Il contributo riconoscibile per ogni proposta ammessa a finanziamento è preferibilmente compreso nell’intervallo tra 5 milioni di euro e 50 milioni di euro e l’entità del cofinanziamento è funzione della verifica, da parte di ARERA, di alcune condizioni previste dal bando.

Orbene, appurato al primo punto che la Regione siciliana ed il concessionario Siciliaque continuano ad ignorare sul piano infrastrutturale – e ci riferiamo a dighe ed invasi in particolare – un territorio come quello gelese, dove hanno abbandonato e lasciato morire un dissalatore che tutte le città costiere, a causa degli oneri esosi per realizzarlo, possono limitarsi solo a sognare, rappresentando un pozzo d’acqua senza fondo, di fatto inesauribile e che, d’altro canto, avrebbe comunque garantito una qualità dell’acqua con parametri non certo peggiori di quella che fanno passare con l’ossimoro di “acqua potabile ma non bevibile”;  considerato che l’Ati CL 6 è stata ammessa ad un finanziamento di quasi 16 milioni di euro nell’ambito dell’avviso Pubblico “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”; al Presidente dell’Ati e per conoscenza al Sindaco di Gela, anche nella sua veste di componente con maggiori quote azionarie nel Cda dell’Ati, i cittadini dell’associazione “Area Civica – Gelesi in Movimento” CHIEDONO cosa ne sarà dei quasi 16 milioni di cui sopra; se tra le 119 proposte pervenute al Mims nella prima finestra temporale (la cui graduatoria di ammissione dovrebbe essere pubblicata entro il mese corrente) ve ne sia almeno una avanzata dall’ente d’ambito; ovvero se c’è l’intenzione di farlo per la seconda finestra tra settembre ed ottobre, per interventi magari ad integrazione di quelli previsti con i quasi 16 milioni ammessi a finanziamento sopra menzionati.

Appare persino superfluo ricordare quanto vitali siano per questo territorio modifiche strutturali permanenti che subentrino alla miriade di interventi tampone non risolutivi.

L’erogazione dell’acqua “H24” nel territorio di Gela e del suo comprensorio, durante tutto l’anno rimane un miraggio con criticità che si acuiscono, puntualmente, nel periodo estivo che stiamo attraversando.

Le reti colabrodo del comune di Gela, nel terzo millennio, hanno raggiunto una triste fama che oramai supera i confini territoriali, in un ‘isola dove – per definizione – non potrebbe e non dovrebbe esserci crisi idrica.

Anzi, semmai, è proprio il reiterare a perdere e non concretizzare finanziamenti come quelli del Pnrr, il vero spreco e sintomo di una crisi che non è idrica, ma di rappresentanza e tutela di un territorio, inspiegabilmente, irragionevolmente ed irresponsabilmente, vessato e maltrattato.”