L’assessore Caucino e il Piemonte sposano il “modello Trento”: «La famiglia sarà alla base di tutte le politiche regionali»

La firma del Protocollo d’Intesa tra la Regione Piemonte e la Provincia autonoma di Trento ha chiuso la due giorni di Study Visit della delegazione piemontese, composta da Chiara Caucino, assessore regionale alla Famiglia, Antonella Caprioglio e Barbara Bisset, rispettivamente dirigente e funzionario del Settore Politiche per i bambini e la famiglia.

La Study Visit è stata fortemente richiesta dall’assessore Caucino, per rafforzare il proprio “know how” rispetto alle politiche familiari e ai suoi strumenti e strategie d’intervento e ha precedutola firma del Protocollo d’Intesa tra Piemonte e Provincia autonoma di Trento, che si è tenuto oggi in Sala Trentino, nella città tridentina. 

Alla firma erano presenti l’assessore provinciale Stefania Segnana e il Dirigente generale dell’Agenzia provinciale per la coesione sociale Luciano Malfer.

La firma del Protocollo d’Intesa ha un significato particolare per la Regione Piemonte, che ha visto negli ultimi anni un calo considerevole delle nascite e, dunque, un progressivo spopolamento della sua terra.

Un traguardo che significa rinascita e che è motore di sviluppo di un cammino nuovo, dove la famiglia sarà al centro di tutte le azioni governative locali.

La Regione Piemonte e la Provincia autonoma di Trento, nell’ambito delle rispettive competenze, hanno espresso la volontà di collaborare alla promozione e diffusione di politiche family friendly. Gli ambiti di intervento sono relativi a:

  • scambi di buone pratiche implementate dalle due Amministrazioni nell’ambito delle politiche familiari, condividendo documentazioni, materiali e promuovendo occasioni di confronto territoriale;
  • promozione di strumenti quali marchi famiglia, standard famiglia, piani famiglia, distretti famiglia, sussidiarietà orizzontale, sistemi premianti, nella vita amministrativa e di governo dell’Istituzione, al fine di far maturare una consapevolezza di maggior favore nei confronti della famiglia;
  • promozione di processi virtuosi per il miglioramento delle politiche di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, per lo sviluppo di sistemi di responsabilità sociale d’impresa e del welfare aziendale, al fine di accrescere una cultura di gestione del personale in azienda orientata alla famiglia;
  • promozione dell’adesione a reti nazionali ed europee, come il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia e il Network europeo “Family in Europe”, con l’obiettivo di mettere a sistema e diffondere le politiche e le misure più virtuose per valorizzare la famiglia, quale cardine e motore della società, favorendo il suo benessere e sostenendo la natalità.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore Caucino: «Lavoreremo fin da subito per l’estensione massima di questo modello virtuoso, che andremo ad adottare in prima battuta in alcune città del Piemonte con la volontà di sviluppare un sistema che ha come elemento significativo il fatto che è in grado di rilanciare le nascite, ponendo in essere meccanismi virtuosi che controbilancino l’attuale tendenza, quella della denatalità, che registriamo non soltanto a livello regionale ma anche soprattutto a livello nazionale».

Per Caucino quello trentino consiste in «un modello che consente, contestualmente, oltre ad aumentare la natalità, di incrementare la produttività nelle aziende family friendly è che ha la grandissima capacità di creare una sinergia in rete tra tutti gli aspetti di governance di una città e, nel nostro caso, di una regione in tutte le sue sfaccettature: dallo sport alle aziende, dall’abitare a tutto il tema della mobilità e dei trasporti, senza dimenticarci della scuola, dell’ educazione sociale e della sanità: tutte aree in cui il modello family friendly, in Trentino, viene applicato da anni».

«Come prima cosa – conclude Caucino – chiederemo la certificazione all’Agenzia di coesione sociale di Trento affinché, anche in Piemonte, in qualità di assessore al Personale, possa estendere questo modello agli oltre 2300 dipendenti: questo garantirà una serie di standard di servizi di qualità a favore del benessere dei lavoratori e delle lavoratrici e, quindi, di conseguenza della famiglia, che potrà diventare il fulcro di tutte le politiche della Regione».