Covid-19, On. Brambilla: “chiudere allevamenti di visoni dopo il caso olandese”

“Se non ritengano opportuno chiudere le 13 strutture italiane tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Abruzzo, dove sono ancora allevati visoni o quantomeno avviare approfonditi accertamenti e promuovere una legislazione che vieti l’allevamento e il commercio di animali per la produzione di pellicce”. Lo chiede l’on. Michela Vittoria Brambilla in un’interrogazione ai ministri delle Politiche agricole e della Salute, ricordando che il primo caso probabile di trasmissione del Covid-19 dall’animale all’uomo riguarderebbe il dipendente di un allevamento di visioni nei Paesi Bassi.

“In un’intervista diffusa martedì 19 maggio dal network NOS – ricorda l’interrogante – il ministro olandese dell’Agricoltura, Carola Schouten, ha parlato dei focolai di Covid-19 individuati in quattro allevamenti di visoni del Paese, affermando, sulla base di un’indagine condotta da esperti, che “è plausibile che un visone abbia infettato i dipendenti di una azienda“. Tale conclusione è stata ribadita nella comunicazione ufficiale trasmessa al Parlamento.


Se confermato, quello rilevato in un allevamento di visioni sarebbe il primo caso di passaggio del virus dall’animale all’uomo. Mentre vari Stati europei – tra cui la stessa Olanda, il Regno Unito, l’Austria, la Slovenia, la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, alcune regioni del Belgio e la Germania – hanno con diverse scadenze temporali legiferato per vietare o limitare l’allevamento di animali “da pelliccia”, in Italia la legge consente di allevare oltre 200.000 visoni ogni anno nelle ultime strutture attive, dove questi animali, selvatici e territoriali, vivono ammassati in pessime condizioni igieniche, continuamente a contatto tra loro e con gli operatori dello stabilimento.

Si tratta, com’è evidente – argomenta l’on. Brambilla – di condizioni assai simili a quelle dei famigerati “wet market” dell’Estremo Oriente, da cui, secondo i più recenti studi, sarebbe partita la diffusione della pandemia di Covid-19. Nel caso olandese le autorità sanitarie hanno rilevato la presenza del virus anche nell’aria e sul terreno all’interno degli stabilimenti.

È fondamentale ricordare che – conclude l’ex ministro – le sofferenze inflitte agli animali non hanno alcuna giustificazione etica, a maggior ragione se servono ad alimentare un’industria voluttuaria e palesemente in declino. Non è nemmeno pensabile che, ogni anno, centinaia di migliaia di animali soffrano e vengano uccisi per essere trasformati in capi d’abbigliamento che nessuna persona di buonsenso e buongusto acquisterebbe mai”.

Proprio per questo, all’inizio della legislatura, l’on. Brambilla ha ripresentato una proposta di legge che vieta allevamento e commercio di animali da pelliccia.