I siciliani vogliono l’applicazione dell’art. 31 dello Statuto?

Ottiche e visioni diverse, nelle ultime ore, per via dell’applicazione dell’Art. 31 dello Statuto Siciliano, dapprima invocato a gran voce da parte di tanti esponenti della politica regionale ed oggi criticato, come dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dalle stesse forze che ne richiedevano l’applicazione.

E’ stato chiesto alla Commissione paritetica, come affermato da Musumeci, composta da rappresentanti dello Stato e della Regione Siciliana un parere in merito all’Art. 31 e quindi la sua applicazione.

Ma cosa dice e cosa prevede questo articolo?

ART. 31

“Al mantenimento dell’ ordine pubblico provvede il Presidente regionale a mezzo della polizia dello Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per l’ impiego e l’ utilizzazione, dal governo regionale. Il Presidente della regione può chiedere l’ impiego delle forze armate dello Stato.

Tuttavia il Governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di pubblica sicurezza, a richiesta del Governo regionale, congiuntamente al Presidente dell’ Assemblea, e, in casi eccezionali, di propria iniziativa, quando siano compromessi l’ interesse generale dello Stato e la sua sicurezza.

Il Presidente ha anche il diritto di proporre, con richiesta motivata al Governo Centrale, la rimozione o il trasferimento fuori dell’ Isola dei funzionari di polizia.

Il governo regionale può organizzare corpi speciali di polizia amministrativa per la tutela di particolari servizi ed interessi”.

E mentre l’ex governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, riferendosi al presidente Musumeci dichiara, dalla Tunisia dove attualmente si trova in quarantena, di “aiutare i poveri invece di invocare poteri speciali”, il presidente del Comitato Etico Popolare, Antonio Cipriano, rincara la dose verso lo stesso Musumeci, dichiarando in una nota stampa: “evitiamo di recitare solo una parte, affronti queste decisioni di petto, si faccia garante.

Se è vero, è già un passo avanti; a differenza di chi grida come De Luca in maniera tra l’altro condivisibile ma isolato.

Farsi capo sia di Polizia ed Esercito vuol dire: imporsi allo Stretto di Messina ad armi pari e dimostrare di essere stato sempre attento e vigile a tutela dei propri sindaci che, dalle sue decisioni, sarebbero legittimati con più forza a respingere le prepotenze di chi impone dai palazzi romani.”