Volterra, intitolata motovedetta della polizia penitenziaria a Giuseppe Barraco, agente scelto morto in mare durante il servizio a Favignana

Questa mattina a Volterra, nel corso della cerimonia per i 206 anni di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, si è tenuta l’intitolazione della Motovedetta V3 d’Altura, di stanza alla Base Navale del Corpo di Livorno, all’Agente Scelto Giuseppe Barraco, tragicamente scomparso a Favignana, che in data 21 dicembre 1991, libero dal servizio, nel corso di una violenta burrasca, non esitò ad aiutare i colleghi per assicurare gli ormeggi di una motovedetta del Corpo in difficoltà ma, travolto da un’improvvisa ondata durante le operazioni di ancoraggio, perse tragicamente la giovane vita.

“Si è trattato di un importante riconoscimento, purtroppo alla memoria, verso un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria che ha dimostrato, negli anni di servizio, grande attaccamento alle istituzioni, professionalità e spirito di servizio “, dichiara Donato Capece, segretario generale di SAPPE.

Capece plaude all’iniziativa e ricorda “con deferenza e rispetto, i Caduti della Polizia Penitenziaria, che spesso non hanno il ricordo che meriterebbero e meritano, senza dimenticare i feriti, i mutilati, gli invalidi in servizio, quelli che vengono riformati parzialmente e permanentemente, tutti coloro che hanno dato più di quel che hanno ricevuto e vivono in un limbo di indifferenza e quasi fastidio: basti pensare che, a differenza degli altri Corpi di Polizia e della Difesa, la Polizia Penitenziaria ancora non ha un Regolamento per disciplinare proprio i mutilati ed i feriti in servizio, atto sollecitato dal SAPPE da oltre un anno nell’indifferenza generale”.

“Nulla si è visto sul fronte della memorialista, che è invece fondamentale per fare comprendere i sacrifici umani di tanti appartenenti al Corpo”, aggiunge: “Sono oltre 25 anni che il SAPPE chiede ai vari Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento di realizzare un libro che racconti le storie dei nostri Caduti, un Sacrario nazionale a Roma per onorare il loro martirio, l’intitolazione a Caduti del Corpo le motovedette del Servizio Navale.

Mantenere vivo il ricordo dei Caduti, dei nostri Caduti, e trasmetterlo alle nuove generazioni di operatori e all’opinione pubblica, attraverso atti simbolici come l’intitolazione di strutture, vie, piazze e iniziative editoriali è una modalità efficace che va nella direzione di rendere visibile e comunicabile l’identità e il valore del Corpo nel suo complesso.

E quindi la cerimonia di oggi è importante e speriamo funga da “apripista” per prossime intitolazioni”.