Siria. La gente non ha cibo, medicinali, e sta combattendo contro il freddo

Aiuti bloccati nella Siria nord occidentale per oltre quattro milioni di persone che vivono nelle aree controllate dai ribelli nei pressi della città di Jindires. Una città già fortemente provata da 12 anni di guerra civile, ora devastata dal terremoto.

A dieci giorni dal disastro gli aiuti umanitari non sono arrivati. 

Di fronte a questa situazione di massima emergenza e grazie alla pressione internazionale, il presidente siriano Bashar al-Assad ha accettato lunedì di aprire due valichi di frontiera tra la Turchia e le zone controllate dai ribelli per consentire il passaggio degli aiuti.

Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha visitato l’area, ha lanciato l’allarme specificando che tutto è ancora da fare.

La gente non ha cibo, medicinali, e sta combattendo contro il freddo. 

La situazione negli ospedali

Nel locale ospedale ci sono decine di bambini feriti dal terremoto. Sono piccoli che hanno conosciuto solo la guerra e ora questo nuovo sconvolgente dramma. Molti di loro hanno perso le loro famiglie. 

L’Onu ha lanciato un appello per raccogliere urgentemente quasi 400 milioni di dollari per aiutare una popolazione che ha un disperato bisogno di riparo, cure mediche e nutrimento nei prossimi tre mesi. 

“L’apertura di questi valichi, insieme alla facilitazione dell’accesso umanitario, all’accelerazione dell’approvazione dei visti e alla facilitazione degli spostamenti tra gli hub – ha dichiarato il segretario generale Antonio Guterres- consentirà di far arrivare più aiuti e più velocemente”.

Fonte Euronews