Francesco Agati: Zes di Gela. Occorrono porti, ferrovie e autostrade

In una città in deflazione le ZES sono come acqua per il viaggiatore nel deserto; non è stato ancora capito dai nostri “amministratori” dell’importanza di tale strumento economico, tutte le città beneficiarie delle ZES si stanno muovendo per coinvolgere enti e imprenditori; gli enti per migliorare il sistema infrastrutturale, gli imprenditori per gli investimenti. Gela al solito è inesistente sul tema ZES. 

Le Zes, istituite dal decreto 91 del 2017 per valorizzare zone economicamente svantaggiate, sono aree geograficamente delimitate con incentivi specifici per le attività commerciali e produttive che prendono solitamente la forma di esenzioni fiscali, semplificazioni amministrative e disponibilità di infrastrutture, si possono acquistare e costruire immobili con detrazioni del 50%.

Gela rientra tra le località che beneficia delle defiscalizzazioni. Ma occorrono porti, ferrovie e autostrade o sarà l’ennesima occasione sprecata.

Bisogna coinvolgere le Ferrovie dello Stato Italiane, Autostrade con programmati dibattiti pubblici e privati anche con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e l’Assessore Regionale. Le infrastrutture, sono requisiti fondamentali per l’individuazione dei luoghi destinati a ospitare le Zes.

Bisogna sviluppare dibattiti e coinvolgere tutti. ZES da acronimo a rete di opportunità, ma occorrono ferrovie, autostrade e porti. Le Zes sono un laboratorio di governance del mondo economico, Gela con la sua posizione è strategica nel Mediterraneo e gli imprenditori di tutti i settori.

Mezzogiorno, intermodalità e logistica ci consentono di guardare alle Zes come a un’opportunità interessante anche per il settore immobiliare, turistico e alberghiero che fusi all’archeologia, alla sabbia dorata, al clima mite possono risollevare le sorti economiche dei Liberi Consorzi di Caltanissetta, Agrigento, Enna e parte di Ragusa.

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