“Chiesa e Convento Santa Maria degli Angeli: paesaggio e morte nel Cimitero Monumentale di Caltanissetta” nell’opera pittorica di Francesco Guadagnuolo

Lettura dell’opera. Una struttura essenziale caratterizza l’opera che si estende in orizzontale. Il dipinto si divide in 3 insiemi di componenti nodali dell’ambientazione come fosse un trittico.

Uno è dato dall’architettura d’ingresso al Cimitero Monumentale, il secondo dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli con attiguo il Convento, il terzo dai ruderi del Castello Saraceno di Pietrarossa.

L’opera è di forte impatto visivo, forma e spazio realistico si legano nel disegno come anche nella prospettiva nei differenti piani di colori. Al di là dei dettagli, è stata analizzata la composizione dove si racchiudono diversi elementi simbolici per dare dei contenuti culturali all’opera.

Nel paesaggio è percepibile il cogliere dell’aria mattutina che dà pregio al cosiddetto senso dell’ambiente naturale. Alle porte dell’inverno la campagna a ridosso dell’entrata del cimitero è ombrosa.

La notte sta per finire e il chiarore dell’alba sta per iniziare. Il movimento fra la notte ed il giorno è rappresentato dalle molteplicità dello sfondo della campagna in zone composite di ricercato cromatismo. In primo piano sulla destra e ciò che rimane del Castello di Pietrarossa di Caltanissetta.

Sono state utilizzate le terre, tonalità dai valori cromatici ricchi di bruni per inoltrarsi sui principi dell’opera che è il trapasso dalla vita alla morte, portando la ricerca ad una condizione sensoriale del colore.

Morte, da quale punto di vista?  A chi osserva l’opera, è come partecipare in senso religioso. La fede in questo caso è di compartecipazione, unita a tristezza e pietà, questa fede è vissuta in maniera intimistica, ma è anche avvertita con la natura della campagna circostante come stato d’animo di quelli che ancora sono rimasti in vita in una profonda riflessione sulla morte che precorre all’eternità.

Dunque “Paesaggio e Morte” sono spazio vissuto, immerso nella sacralità del creato, dove natura e fede si fondono nella luce dell’alba che sta uscendo e ne rischiara le rovine sopravvissute.

Il punto di mezzo dell’opera sono la Chiesa e il Convento che esprimono il trascorso del tempo, mentre il chiarore del sole dà significato all’oggi essendo noi che partecipiamo alla scena.

Di conseguenza sentimento e morte argomentano il contenuto dell’opera. La formazione concernente la fede ha educato che dopo il trapasso c’è la salvezza, espressa dalla risurrezione.

Dopo sofferenze e dolori del vivere, portandosi via tutte le miserabilità della vita, c’è l’incontro con il Divino. Il decesso svincola l’essere umano dalla materia mortale per dare inizio al suo cammino verso l’eternità.

L’opera di Guadagnuolo diventa così una testimonianza storica di come l’arte può contribuire a dare valore ad un insieme tra paesaggio naturale ed architettura di un tempo che rende percepibile il nostro passato con tutto quello che concerne gli avvenimenti dell’antica Nissa.