A rischio 9 miliardi, Ance Sicilia pronta a collaborare sul Pnrr
“La premier Giorgia Meloni domani a Bruxelles discuterà con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dell’adeguamento delle misure del “Pnrr” italiano alle nuove emergenze che sono l’inflazione e il caro-bollette – dice Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia – , e auspichiamo che ottenga anche risposte in merito al caro-materiali (+50% da gennaio ad agosto 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021) e al caro-energia (+350%), due elementi che rendono difficile alle imprese partecipare alle gare senza un effettivo aggiornamento dei prezzi previsti dai bandi”.
“Se è vero che questo rallenta la spesa dei fondi – prosegue Cutrone – le eventuali intese su modifiche potranno comunque riguardare solo le risorse ancora da impegnare, mentre c’è da spendere in tempo i fondi già previsti dalla prima annualità del ‘Pnrr’ e avviati ai bandi.
Fra questi, ci sono quelli ‘regionalizzati’, cioè affidati alla gestione diretta delle Regioni, che per la Sicilia ammontano a 9,04 miliardi, in aggiunta ai 2,5 miliardi di fondi strutturali Ue 2014-2020 da spendere entro il 31 dicembre 2023.
Da un monitoraggio dell’Ance nazionale presso i vari enti locali del Paese, aggiornato a marzo 2022, risulta che per circa il 70% i progetti candidati o finanziati sono ancora allo stato di fattibilità tecnica economica e neanche aggiornati agli incrementi dei prezzi registrati nel corso dell’anno”.
“Per questa ragione ci siamo allarmati – riferisce Cutrone – e lo scorso 26 ottobre abbiamo chiesto al neopresidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessorato delle Infrastrutture di conoscere lo stato di progettazione delle opere pubbliche finanziate dal ‘Pnrr’ e degli altri fondi europei e adesso gli chiediamo un incontro urgente per mettergli a disposizione le nostre conoscenze e competenze tecniche al fine di contribuire alla rapida attuazione delle misure, anche partecipando alla ‘cabina di regia’ che con ammirevole tempestività il presidente Schifani ha deciso di costituire.
Almeno per una volta – conclude Cutrone – faremo in modo, tutti insieme, che la Sicilia non sia l’ultima, in questa irripetibile occasione dalla quale dipende la possibilità di riscatto dell’Isola”.