La nube di gas e gli effetti sul surriscaldamento globale
“La nube di metano che starebbe muovendosi dal Mar Baltico verso l’Italia che si è originata come conseguenza delle fuoriuscite di enormi quantitativi di gas dal gasdotto Nord Stream 1 e 2 non sarebbe un diretto pericolo per la salute umana “. Lo dichiara in una nota la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima).
LE CONSEGUENZE A MEDIO-LUNGO TERMINE
Dalla Sima spiegano: “La nube di gas ha già avuto il tempo di diluirsi e in ogni caso per arrivare fino al nostro Paese necessiterebbe di correnti sufficientemente forti da causarne ulteriore diluizione, riducendo praticamente al minimo qualsiasi rischio diretto o immediato per la salute umana.
Diverso è il discorso se si guarda alle conseguenze a medio-lungo termine sulla salute planetaria”. Infatti, “al pari dell’anidride carbonica (CO2), anche il metano è un gas climalterante, seppur con una minor persistenza in atmosfera rispetto a quella della CO2″, spiega il presidente Sima, Alessandro Miani.
GLI EFFETTI SUL RISCALDAMENTO GLOBALE
“Gli effetti sul surriscaldamento della Terra – prosegue Miani – potrebbero comunque essere importanti se le fuoruscite di gas dovessero continuare. Ad oggi la quantità di metano fuoriuscita, seppur notevole (si stimano tra le 100mila e le 350mila tonnellate), non desta grandi preoccupazioni per il suo impatto diretto sul clima a livello locale, ma su scala planetaria potrebbe avere una portata devastante, contribuendo ad aumentare gli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici. Per il riscaldamento globale il gas metano è 25 volte più pericoloso dell’anidride carbonica ed è secondo solo al diossido di carbonio”.
“Maggiori analisi e valutazione saranno fatte per fornire un dato più chiaro sugli impatti ambientali dell’incidente occorso nel Mar Baltico.
Ci auguriamo che tutto questo non metta a rischio gli sforzi, anche minimi, finora fatti per contenere il surriscaldamento della Terra al di sotto degli obiettivi fissati con gli Accordi di Parigi e ribaditi più recentemente a Glasgow”, conclude il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale.
fonte Agenzia DIRE