L’uscita di Mario Draghi dal governo italiano sta sollevando non pochi interrogativi in seno all’UE

Non è stato solo l’uomo che ha salvato l’Euro con il suo famoso “whatever it takes” (qualunque cosa serva) durante il suo mandato di presidente della Banca centrale europea,

Come primo ministro italiano, Draghi si è rivelato essere una personalità rassicurante nei negoziati europei, in coincidenza delle ultime turbolenze, non ultime Covid e carenza di energia elettrica.

Ora, due domande nascono spontanee: anzitutto, cosa accadrà all’economia italiana in relazione al recovery fund?

“Il prossimo governo – dice Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali di Roma – sarà in grado di mettere in atto il tipo di riforme che l’Italia deve continuare a perseguire per continuare a ricevere denaro dal recovery fund? Grande punto interrogativo.

L’Italia avrà un governo in grado di negoziare accordi su questioni, come i tagli ai prezzi dell’energia? E il governo rassicurerà sufficientemente i mercati, in modo da consentire che qualsiasi cosa venga decisa dalla Banca centrale europea in termini di anti-frammentazione? Questo è un altro grande dilemma”.

Sotto la guida di Draghi, Roma si è chiaramente schierata a favore delle sanzioni contro Mosca, e la spedizione di armi in Ucraina è stata uno dei fattori della crisi politica.

fonte Euronews