“Uno Spazio in Comune”: i giovani dei SAI ‘Palermo MSNA’ puliranno piazza Lolli a Palermo
“Uno Spazio in Comune” – Riqualificazione di Piazza Lolli. Si chiama così questo progetto di volontariato sociale che prevede azioni di tutela dei beni comuni, grazie al quale la nota piazza Lolli di Palermo verrà curata ed abbellita dai giovani beneficiari ospitati presso le quattro strutture di accoglienza del Progetto SAI “Palermo MSNA” di Palermo, gestite dal Consorzio Umana Solidarietà e rispettivamente coordinate dalle dottoresse Stefania Covato (Re Federico 1), Anna Montalbano (Re Federico 2), Manuela Caporarello (Finocchiaro Aprile) e Catia Provenzano (Trabia).
La lodevole attività di abbellimento e di riqualificazione della nota piazza palermitana, realizzata dai ragazzi migranti ospiti, si svolgerà martedì 12 luglio, con due precisi appuntamenti: alle ore 18 ci sarà la presentazione dei lavori a cura dei giovani beneficiari delle quattro strutture di accoglienza SAI “Palermo MSNA” e alle ore 19, invece, ci sarà il momento di un aperitivo presso il Bar “Bistrot”.
Successivamente, due volte alla settimana, i ragazzi dei SAI si prenderanno cura e faranno opera di manutenzione della piazza, occupandosi non soltanto della piantumazione di fiori e piante, ma anche del ritinteggiamento a tema delle panche che ci sono in questa piazza di Palermo.
Il progetto – che coinvolge i “minori stranieri non accompagnati” ospiti nella città di Palermo presso i SAI “Re Federico 1”, “Re Federico 2” e “Finocchiaro Aprile” – prevede nello specifico la riqualificazione e la manutenzione di alcuni spazi di Piazza Lolli con l’obiettivo di creare uno spazio fisico per favorire occasioni d’incontro, facilitare la relazione con la comunità locale, sviluppare un senso d’appartenenza al territorio e creare eventi ludico culturali volti alla socialità.
“L’idea progettuale – spiegano le coordinatrici dei SAI gestiti dal Consorzio Umana Solidarietà -nasce dal desiderio di voler creare uno spazio di incontro per promuovere la partecipazione dei minori alla vita sociale del quartiere e favorire la creazione di nuove relazioni con la popolazione autoctona.
E prendersi cura di un bene collettivo – aggiungono le coordinatrici dei SAI del Consorzio Umana Solidarietà – implica l’assunzione di un ruolo attivo all’interno della comunità e comporta, in termini di ricadute, la costruzione di momenti di socialità, in cui beneficiari e cittadinanza costruiscono relazioni in un percorso di partecipazione e scambio.