Sicilia: laboratorio politico di ritorno al passato?
E’ innegabile che in questo preciso momento di storia contemporanea la politica, la magistratura e le istituzioni nazionali, regionali e locali stanno attraversando un momento molto particolare, non solo legate all’emergenza sanitaria, ma proprio per via di ciò, stanno continuamente verificandosi situazioni “strane” al limite dell’inverosimile, come espressamente affermato da osservatori ed esponenti politici attuali e passati.
A tal proposito, Salvatore Giunta, Consigliere Nazionale di Unità Siciliana LE API, in un comunicato ha voluto soffermarsi proprio su questi temi che riproponiamo in maniera integrale.
“E’ innegabile che a decretare la fine della “Prima Repubblica” furono tanti fattori; il primo fu “mani pulite” che sollevò il coperchio di un vero verminaio.
Ma a tangentopoli si aggiunsero, Gladio, l’omicidio Pecorelli, la corruzione dilagante, gli omicidi di mafia: tutti fattori che ridussero notevolmente la fiducia nei partiti e nelle istituzioni, impostando la politica italiana sulla personalizzazione dei capi popolo e non sui contenuti.
Oggi stiamo tornando come allora? La corruzione è ancora presente, la sfiducia nelle istituzioni e nella politica cresce e si manifesta con una massa di astensionisti che supera il 50 per cento e più.
E mentre allora ci pensava il “giudice ammazzasentenze” Carnevale ad annullare le sentenze in Cassazione per cui si assisteva alla liberazione di assassini e mafiosi condannati in appello solo per un vizio di forma, oggi la mafia preferisce agire in modo meno evidente, meno scandaloso, ma più subdolo.
Non crediamo a teorie complottiste e non crediamo neanche che ci sia una regia occulta, di sicuro c’è troppa approssimazione, in certa magistratura e nella politica.
Se a questi fatti nazionali aggiungiamo quanto accade in Sicilia con le nomine di sottogoverno, frutto di spartizione partitica, molte di esse di vecchio conio ed alcune sicuramente di non specchiata condotta politica, il quadro della restaurazione è completo.
Altro che rinnovamento! Altro che nomine di eccellenza nei vari settori!Il governo di Nello Musumeci accontenta tutti i partiti di centro-destra con nomine nelle quali la risposta è palesemente legata a logiche spartitorie e alla militanza politica, non certamente al merito.
Come se non bastasse è di questi giorni la nomina del leghista Francilia all’Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, al posto del magnifico e compianto Sebastiano Tusa.
Tutto questo è frutto dei voti siciliani alla Lega, partito nato contro il Sud, partito secessionista di fatto, che vuole l’autonomia differenziata tutta a favore delle regioni del Nord e poi una delega all’Identità Siciliana….. ci ride dietro mezza Europa!
Questi siciliani hanno abbracciato senza condizioni un partito sovranista, che coltiva rapporti strani e ambigui con la Russia di Putin, con l’Ungheria di Orban e con organizzazioni americane di estrema destra, ostile all’Europa, ostile alla Costituzione, senza progetti alternativi, che non siano il risultato dei mal di pancia degli Italiani e adesso anche dei Siciliani.
Un partito, quello leghista, che annovera tra le sue fila deputati che in un’aula sacra come quella di Montecitorio hanno l’ardire di definire neoterrorista, senza prova alcuna, Silvia Romano.
Un ritorno nostalgico al passato! Noi di Unità Siciliana LE API ne prendiamo atto con amarezza e con ogni energia reagiremo per creare le condizioni di una svolta e di un governo di Siciliani competenti per la Sicilia”.