Aveva 9 anni ed un sogno nel cassetto. Da nord a sud, il tumore continua ad uccidere adulti e bambini
Queste ultime settimane le attenzioni si sono rivolte all’emergenza sanitaria del coronavirus, che ha mietuto vittime in tutto il mondo.
Nello stesso tempo purtroppo un’altra patologia, il tumore, ha strappato via nel silenzio donne uomini ed anche bambini.
E’ il caso di Nunziata Rita Cassarino, ex dipendente della Ghelas Multiservizi di Gela, in forza al Comune, una donna di 57 anni, solare ed ironica, come piace descriverla dalle sue colleghe, che ha lottato fino alla fine contro il cancro ma che il 2 Maggio purtroppo è deceduta lasciando sconforto tra i familiari ed i colleghi di lavoro.
Una mamma, una moglie che era dedita alla famiglia ed al lavoro, tant’è che ha svolto la sua attività fino a che ha potuto, rinunciando alla possibilità di presentare istanza per la pensione anticipata, poichè era l’unico sostentamento economico della sua famiglia.
Ed un altro caso, stavolta ancora più straziante, è quello di Priom Das, un bambino di nove anni morto a Bulgarograsso, un paesino in provincia di Como.
Priom, figlio di una coppia di origini indiane, ha lottato per diversi mesi contro un tumore al cervello, era tifoso della Juve e molto bravo a scuola.
Oggi ha dato l’ultimo saluto, un bacio ai genitori ed al fratello ed un ultimo sguardo alle immagini sacre che teneva al petto, prima di addormentarsi e raggiungere la morte.
Aveva un sogno nel cassetto Priom, come ha spiegato la madre, voleva diventare un medico.