Emergenza sanitaria e sociale: tempo di unità e solidarietà
L’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 oltre che sanitaria, sta diventando sempre di più sociale. Colpisce soprattutto chi già viveva situazioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà.
Accanto al lavoro encomiabile di medici, infermieri, forze dell’ordine, parrocchie, associazioni di volontariato, la Piccola Casa della Misericordia, grazie all’inesausto impegno dei volontari, non ha cessato di garantire i propri servizi rimodulandoli alla situazione contingente, operando in condizioni via via più difficili sempre con le opportune precauzioni (mascherine, guanti, ingressi contingentati).
Dai singoli cittadini, imprenditori, professionisti, commercianti, giovani che hanno destinato il premio del Fantacalcio, dipendenti comunali, membri delle comunità ecclesiali di san Francesco d’Assisi, di Sant’Agostino, dei Volontari e degli Adoratori, alle varie realtà che operano nel nostro territorio: Cassa Edile, M.A Costruzioni, ISOLMEC Group, Caltaqua, Pintaudi noleggio pullman, Leo Club, Lions Club, Rotaract Club, OSJ Cavalieri Ospitalieri Sicilia, Commissariato della Polizia di Stato di Gela, Farmacia Pintaudi e altri ancora, tutti spinti dal desiderio di curarsi dell’altro e schierati per fronteggiare momenti di noto disagio.
«Nei momenti peggiori – afferma don Pasqualino di Dio – è il senso dell’umanità che sa aprire uno spiraglio di luce su un futuro avvolto da incertezza con la consapevolezza che solo l’unità fa la forza; questo è il tempo dell’azione, il tempo dell’unità e della solidarietà verso coloro che vivono un disagio socio-economico che non può essere fatto di progetti, contese, pubblicità di ogni minimo atto di carità, non è un tempo per ostentare ma è il tempo di servire silenziosamente, natura stessa della carità.
Ancora una volta, dallo sguardo attento e non indifferente dei privati, emerge il volto più bello della nostra Città. Dal 9 marzo i nostri volontari sono a servizio quotidiano delle varie richieste accolte che arrivano attraverso il numero telefonico del Centro d’ascolto.
In tanti, tra i quali in molti mai censiti, chiamano al numero destinato per una semplice parola di conforto, per richieste di beni di prima necessità, per manifestare situazioni di disagio per la difficoltà materiale di pagare i canoni di locazione, per servizi a domicilio agli anziani o a coloro che sono in quarantena, per chiedere mascherine, per richieste di preghiera, intenzioni presentate ogni giorno durante le dirette YouTube e facebook della celebrazione e dell’adorazione Eucaristica.
Desidero di cuore ringraziare i volontari e tutti i benefattori che fino ad ora ci hanno sostenuto nonché il Comune che, a giorni, inizierà a farci pervenire le derrate alimentari che ci consentiranno di continuare questo servizio.
Vorrei aggiungere, in merito alle dispute confuse relative alla ripresa delle celebrazioni Eucaristiche nelle chiese le quali per disposizione del nostro Vescovo anche in questa fase emergenziale da sempre dovevano restare aperte, che la voce della Chiesa è quella di sollecitare il governo a trovare le modalità idonee per gestire tutto in sinergia; nessuno è in lotta e nemmeno pazzi untori irresponsabili.
Attendiamo, con serenità, quello che il governo e i vescovi diranno, sperando di poter celebrare l’Eucarestia in sicurezza, magari fuori all’esterno, così come si farà prossimamente disponendo la riapertura di cinema, teatri, biblioteche.
Questi ultimi spazi sono, come tutti, possibili luoghi di contagio e non più delle nostre chiese. Quando? Non tocca a noi deciderlo. Sicuramente dobbiamo ripartire convivendo con questo mostro invisibile e facendo i conti su come si evolverà il contagio.
Anche se siamo stanchi, il 4 maggio non sarà “il libera tutti”, bisognerà usare massima saggezza, prudenza e senso di responsabilità, ora più di prima».