«Ho avviato Facebook, lo gestisco e sono responsabile di ciò che accade al suo interno», dice, in quello che è diventato il suo mantra. «Ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare, ma mi impegno a farlo nel modo giusto». I membri della Camera però sono agguerriti: il deputato del New Jersey Frank Pallone entra a gamba tesa e definisce Facebook un'azienda che «aspira i dati ma non riesce a tenerli al sicuro». Poi chiede a Zuckerberg se può impegnarsi a cambiare le impostazioni di tutti gli utenti per rivelare una quantità di dati minima come opzione predefinita. «Sì o no?», domanda, e il Ceo ribatte: è un «problema complesso, merita una risposta con più di una sola parola». E rispondendo alla deputata democratica della California, Anna Esho, rivela che anche i suoi dati sul social network sono fra quelli acquisiti da Cambridge Analytica. Non solo. Zuckeberg ammette anche: «Raccogliamo informazioni su persone non iscritte a Fb per sicurezza», lasciando di stucco il deputato Ben Lujan, del New Mexico. Che replica: «Mi sorprende che non se ne sia parlato molto oggi. Raccogliete dati su persone che non hanno firmato un accordo. Tutto ciò va sistemato». ilgiornale.it