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Porto di Gela e ZES

12 Aprile 2018
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Gela 12 Aprile 2018 - “L’amministrazione Comunale, sottolineando la solerzia con cui l’ass.re Falcone ha affrontato la questione della problematica porto di Gela, almeno per quel che riguarda la realizzazione della nuova darsena Commerciale

consentendo al territorio rappresentato da una folta rappresentanza, di confrontarsi, a distanza di soli 4 mesi dal suo insediamento, su un progetto definitivo che dopo le opportune verifiche da parte della commissione regionale lavori pubblici potrà andare in gara, presumibilmente nel settembre 2017, per realizzarsi in unica soluzione è per un importo complessivo di circa 150 milioni di euro.

Tuttavia quanto appreso oggi, per contro ci da conferma, della poca credibilità dei soggetti che lo hanno preceduto e delle stesse istituzioni che l’ass.re oggi si trova a rappresentare, che a più riprese hanno annunciato negli ultimi 14 anni di avere un progetto cantierabile che stesse andando in gara. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha chiesto ed ottenuto di essere coinvolta formalmente in tutto l’iter burocratico che porterà alla procedura di gara, con l’individuazione di una data utile per l’indizione della consultazione pubblica, come previsto dalla normativa in marineria di appalti pubblici di opere rilevanti, ottenendo dall’ass.re la conferma di poter essere convocati entro 2 mesi, in commissione regionale lavori pubblici e poter programmare, già per metà giugno, la consultazione pubblica con le rappresentanze di categoria e la città tutta. Ovviamente il vicesindaco, non ha mancato di sottolineare come sia paradossale la vicenda che vede una più celere azione amministrativa su attività di programmazione piuttosto che sulle attività emergenziali in capo alla protezione civile, che ha speso oltre due anni di tempo, tenendo bloccato risorse economiche, per 6 milioni di euro, spettanti al territorio Gelese e derivanti dagli oneri di compensazione ENI, per produrre solo una gara per la caratterizzazione dei fondali, già progettata nel 2016 e la cui consegna delle attività è avvenuta solo oggi, e con le autorizzazioni per l’allungamento del braccio di protezione a ponente del porto, ferme ed improcedibili da parte del ministero dell’ambiente per carenza documentale. Documentazione mai trasmessa dal dipartimento regionale di protezione civile, nonostante i solleciti dell’amministrazione comunale. L’ass.re Siciliano sottolinea, come il viaggiare su un binario comune, e avere fiducia reciproca e rispetto dei ruoli istituzionali, facilità il raggiungimento dei risultati per il bene della collettività. Continueremo a vigilare affinché non sorgano inutili intoppi burocratici alla realizzazione di una infrastruttura, quella portuale, la cui mancanza ha rappresentato una perdita di opportunità per un miglior riposizionamento economico del territorio, dopo la chiusura delle attività petrolchimiche del 2014, e di cui i responsabili dovranno renderne conto con un congruo ristoro alla collettività. “ “In merito al confronto avuto all’ARS, III commissione attività produttive, sulla questione delle Zone Economiche Speciali, con l’ass.re Falcone, l’ass.re Turano e i sindaci dei comuni siciliani. L’ass.re Siciliano, ha sottolineato, in controtendenza rispetto alla convinzione comune, che l’opportunità di poter istituire ZES a macchia di leopardo, per avvantaggiare le aree interne, facendola passare come una visione di una Sicilia indivisibile, seppur condivisibile nella necessità che la Sicilia sia unica in riferimento all’obiettivo da perseguire di un riposizionamento economico rispetto al mercato internazionale e ancor più rispetto ad una posizione di leadership nei flussi logistici del mediterraneo, difficilmente lo può essere in termini morfologici. Per cui pensare oggi che si possa investire sul rilancio di una Logistica organizzata per affrontare i mercati globali, puntando sulle aree interne e dimenticando che le aree costiere sono quelle che si affacciano verso i flussi Marittimi del mediterraneo, e proprio lì vanno costituite le basi logistiche per l’assemblaggio e la movimentazione di merci da spedire in tutto il mondo, significherebbe voler disperdere l’efficacia delle Zone Economiche Speciali, pensate come strumento a corredo delle aree logistiche integrate istituite dal ministro delle infrastrutture nel luglio del 2016, e che vede interessata la Sicilia per la sua parte Occidentale con capo a Palermo e la sua parte Orientale con capo a Catania, raccogliendo i sistemi portuali da Messina a Gela, passando per Augusta. E proprio Gela, Area di Crisi industriale complessa, che racchiude 24 comuni con una popolazione in difficoltà rappresentativa dell’8% della popolazione regionale, ha dichiarato il vicesindaco, non può mancare di essere inserita tra le aree selezionabili per l’istituzione di una zona Franca doganale ancor più come Zona Economica Speciale, per l’insediamento di nuove realtà industriali che inevitabilmente dovranno assorbire il vuoto occupazionale generatosi con la chiusura del petrolchimico. “

 

 

Redazione

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