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Buon compleanno protocollo

06 Novembre 2015
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Era il 6 novembre scorso. Al Ministero dello Sviluppo Economico, fu sottoscritto il protocollo d’intesa sulla raffineria Eni. Dopo 60 anni di industria petrolifera, Gela – fu detto- volta pagina. L’Eni abbandona la raffinazione del greggio e si avvierà a produrre bio carburanti.

Oggi è il 6 novembre: è passato esattamente un anno da quel pomeriggio, da quell’incontro al quale presero parte la Regione Sicilia con il Presidente Rosario Crocetta, il sindaco di allora, Angelo Fasulo, l'Eni con Salvatore Sardo e il Presidente della Raffineria di Gela Claudio Zacchigna, Confindustria Sicilia, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali dei chimici e le Rappresentanze sindacali unitarie. Il piano – controllato, limato fino all’ultimo, prevedeva nuove e importanti iniziative industriali volte a sviluppare il settore upstream sul territorio siciliano e a rendere le attivita' di Eni sempre piu' sostenibili a livello ambientale facendo leva su importanti investimenti, sull'innovazione tecnologica e sulle competenze delle risorse del cane a sei zampe. Gli accordi - disse l’amministratore delegato di Eni, Claudio De Scalzi - sono la conferma che le sinergie e lo spirito costruttivo fra tutti possono determinare iniziative innovative e positive in grado di coniugare le esigenze dell'impresa e delle comunita' che vivono nei territori". Il si' alla riconversione verde della raffineria Eni di Gela – fu rimarcato - porta con se' la garanzia del mantenimento di tutti i posti di lavoro, compresi quelli dell'indotto e l'impegno all'utilizzo del sito gelese per l'insediamento di una bioraffineria nonche' come base logistica per l'on e l'offshore e la nascita di un nuovo centro di alto livello per la sicurezza nel settore dei biocarburanti. Anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, manifestò soddisfazione per l'accordo raggiunto. E Crocetta disse: con questo accordo non solo garantiamo i livelli occupazionali ma si fa in modo che Gela riacquisti quelle sue vocazioni perse a causa di una industrializzazione che ha impedito lo sviluppo di settori come l'agricoltura e il turismo". Sono passati 365 giorni, ma se i lavoratori dell’indotto dello stabilimento continuano ancora a protestare, vuol dire che è stato fatto poco, o nulla. E gli operi, anche ieri sera, hanno voluto manifestare il proprio malcontento. Si sono dati appuntamento in piazza Salandra. Volevano parlare col Prefetto di Caltanissetta, invitato ad una cerimonia religiosa. Il Prefetto non c’era. E hanno esternato le loro quotidiane preoccupazioni al sindaco Domenico Messinese, al vice sindaco Simone Siciliano e al Vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana. A distanza di un anno, vogliono risposte concrete.

Giuseppe D'Onchia

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