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Non il problema dell’acqua, ma bensì la vergogna dell’acqua. Perché se altrove, Messina compresa, la eventuale mancanza di erogazione idrica per qualche giorno è, obiettivamente, un problema, a Gela è da sempre una vergogna. Una vergogna di una inciviltà inaudita.

Ma che con il tempo e con la rassegnazione di un popolo vessato all’inverosimile da chi lo ha amministrato, è diventata persino una drammatica normalità. Se n’è parlato ieri sera ad Agorà, grazie anche ai riflettori nazionali che sulla insopportabile vicenda sono stati accesi dalla petizione popolare lanciata sul web da quattro giovani professionisti gelesi. Due dei quali sono stati ospiti in studio nel salotto televisivo del nostro rotocalco settimanale di approfondimento giornalistico. Oltre 3 mila e 500 firme sono state apposte sul sito Change.org a favore di una petizione che ha avuto il merito di avere portato alla ribalta italiana una vergogna. Si, una vergogna. Perché non può che definirsi vergognosa la condizione alla quale, chi ha gestito in passato e chi gestisce oggi la distribuzione dell’acqua in città, sono stati costretti 75 mila gelesi. Vergognosi i turni di approvvigionamento, ogni due o tre giorni quando va di lusso e per giunta per poche ore notturne. E senza il fatidico motorino elettrico l’acqua te la sogni lo stesso. Cisterne posizionate ovunque. Sottoterra, nei terrazzi, nel balconi e persino in alcune stanze degli appartamenti dei gelesi. Bollette esose che fanno pagare anche l’aria che i motorini elettrici aspirano quando l’acqua non arriva, cosa che capita non spesso, ma spessissimo. Una volta c’è una rottura a valle, una volta è a monte, un’altra volta è Siciliacque che, secondo Caltaqua, ha interrotto la fornitura. Ma l’unica rottura reale, credeteci, è quella che dovrebbero dimostrare i gelesi che a questo gioco al massacro dovrebbero non starci più. Vessati, rassegnati e non tutelati da chi viene eletto dal popolo anche per questo. Anzi, su quel fronte si sono invece consumati i tradimenti più atroci nei confronti dei gelesi. Un centinaio di posti di lavoro, equamente divisi tra i maggiorenti politici dell’epoca in cui si è firmato il contratto con Caltaqua, e la contropartita ai danni dei gelesi si è chiusa lì. Oggi con #GelacomeMessina, e la petizione popolare lanciata da quattro gelesi innamorati di questa città, la vergogna è venuta finalmente a galla a livello nazionale. E qualcuno che fino a ieri faceva finta di non capire o di non sapere, non potrà più fingere. Qualcuno dovrà prendere in mano questa inaccettabile situazione. Con Giorgia turco e Paola Giudice, due delle promotrici della petizione popolare sul disagio idrico a gela, sono stati ospiti di Agorà anche il vice sindaco ed assessore con delega all’acqua, Simone Siciliano, e il consigliere comunale del Pd, Vincenzo Cirignotta. La palla, ora passa alla politica gelese. Che dovrà affrontare e risolvere la vergogna dell’acqua a Gela. Chi volesse rivedere questa puntata di Agorà potrà farlo domani sera con la messa in onda della replica integrale su Canale 10 a partire dalle ore 21, oppure collegandosi con i nostri indirizzi social, ossia il portale internet del Tg10.it ed i profili facebook, twitter e google+ di canale 10. Agorà tornerà in diretta venerdì prossimo in prima serata con nuovi ospiti e nuovi ospiti che riguardano Gela ed i gelesi.

Redazione

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