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I rapporti tra ENI e Gela

16 Gennaio 2016
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Il rapporto, da sempre squilibrato a sfavore di Gela, tra Eni e territorio, è il vero tallone d’Achille di una città che continua a vivere sotto il ricatto del cane a sei zampe. Una volta le minacce erano del tipo: non mi fai produrre inquinando tranquillamente? Allora me ne vado!

Ora sono diventate del tenore: mi fai causa perché vuoi che pulisco ciò che ho sporcato? Allora rompo tutti gli accordi! Qualcosa del genere sta succedendo a proposito della causa civile intentata dal Comune di Gela al colosso del petrolio in riferimento al dramma dei bambini malformati e dei danni causati alla salute dei gelesi per la presenza dell’industria pesante. Ma non basta. A far sentire i gelesi ancora più vessati ci pensano alcune notizie come quella secondo la quale per salvare lo sgangherato Consorzio Universitario di Caltanissetta, tornato ad avere i conti in profondo rosso, il presidente della Regione Crocetta, con l’avallo dei sindacati, avrebbe ben pensato di utilizzare l’Eni e gli accordi su Gela. I diretti interessati smentiscono, con poca forza e convinzione per la verità, ma nel frattempo la polemica impazza, aggiungiamo giustamente se così fosse, in città. Oppure il progetto di declassamento dell’area museale gelese, immensa per reperti e siti, a favore del polo nisseno. Una follia pura se dovesse passare all’Ars anche quest’altra pugnalata alle spalle di Gela, ordita purtroppo, proprio da figli di questa terra. E poi la madre di tutte le questioni sul tappeto. Ossia il protocollo del 6 novembre 2014 che non decolla, la riconversione green che rimane nel libro dei sogni e tante famiglie gelesi ridotte oramai alla disperazione. Di tutto questo si è parlato ieri sera ad Agorà. Il rotocalco settimanale di Canale 10 se n’è occupato ospitando un parterre di ospiti di tutto riguardo. Dal deputato regionale gelese, ed ex presidente della provincia di Caltanissetta, Pino Federico, al vice-sindaco con delega all’industria, Simone Siciliano. Ed ancora, l’assessore al bilancio e affari legali, Fabrizio Morello, lo storico presidente del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, Filippo Franzone, e quindi l’ing. Fabrizio Lisciandra, consulente per la presidenza della regione nella stesura del fantomatico protocollo Eni firmato al Mise oramai 15 mesi fa. Non è mancata, come al solito, la incisiva scheda di Giulio Cordaro dal titolo Fuori dal coro. Chi volesse rivedere questa interessante puntata di Agorà, potrà farlo attraverso la sezione video di questo network oppure cliccando qui.

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