È il caso di Starbucks, la nota catena di caffetterie,che, in risposta alla chiusura di Trump all’ingresso negli USA di immigrati e rifugiati provenienti da sette Paesi musulmani (Iraq, Iran, Yemen, Libia, Sudan, Somalia e Siria), ha annunciato la prossima assunzione di 10.000 rifugiati in tre anni. L’amministratore delegato di Starbucks, Howard Schultz, ha dichiarato che si tratterà di assunzioni non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo e, per dare una lezione morale a Trump, la priorità spetterà agli immigrati che hanno servito con le forze USA come interpreti o personale di supporto. Starbucks ha preso posizione anche contro il muro che Trump vorrebbe costruire al confine con il Messico: Schultz ha ribattuto che bisogna costruire ponti, non muri con il Messico. Continua a leggere...