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“Mutata arma”: arrestate dieci persone

26 Aprile 2018
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Gela 26 Aprile 2018 - Ennesimo duro colpo inferto dallo Stato nei confronti del clan Rinzivillo di Gela. Dieci le persone arrestate nella notte dagli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta, diretta da Marzia Giustolisi, e dagli uomini del locale commissariato di Polizia.

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale nisseno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Notifica in carcere per Salvatore Graziano Biundo, 38 anni, Orazio Davide Faraci di 24 e Davide Pardo di 37. Manette per il trentottenne Massimo Castiglia; Alberto Di Dio, 25 anni; Angelo Gagliano di 27; Carmelo Vella inteso “Franco”, 57 anni; Graziano Vella di 29, già agli arresti domiciliari; Majch Vella di 32 e Rosario Vitale di 28. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione, traffico e spaccio di stupefacenti e all’alterazione - rendendo idonee allo sparo armi giocattolo o a salve - alla vendita, cessione di armi comuni da sparo, con l’aggravante di avere commesso i fatti al fine di agevolare l’associazione mafiosa. Le indagini sono scattate nel luglio del 2013, a seguito della collaborazione con la giustizia di Roberto Di Stefano. Lo stesso Di Stefano non è più collaboratore di giustizia ma le indagini hanno permesso di acquisire prove certe a carico degli arrestati delle ultime ore. L’attività investigativa ha permesso di riscontrare che tutti gli indagati si erano associati con Davide Pardo (nipote di Di Stefano) e Giuseppe Schembri, esponenti mafiosi della famiglia Rinzivillo. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, l’approvvigionamento dello stupefacente avveniva con l’ausilio di persone della provincia di Ragusa. In paese, gli esponenti della consorteria criminale hanno dato vita allo smercio sistematico e diffuso sul mercato di Gela di cocaina e marijuana. Da quanto ricostruito dall’inchiesta, Carmelo Vella e i suoi figli, Majch e Graziano, gestivano un vero e proprio laboratorio utilizzato per la trasformazione di armi inoffensive in armi idonee allo sparo che destinavano alla rivendita, in particolare a Davide Pardo e ad Orazio Davide Faraci i quali, con frequenza, si approvvigionavano di armi e munizioni presso i Vella. Questi ultimi, in particolare, acquistavano alcune parti meccaniche, necessarie per modifiche delle armi, da soggetti di Catania. Veniva così riconosciuta una vera e propria associazione criminale dedita alla commissione di più reati in materia di illecita fabbricazione, porto e detenzione di armi. Il tutto per agevolare la famiglia di Gela dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, cui Pardo risulta essere affiliato. Le perquisizioni delle ultime ore hanno dato esito positivo. Nelle abitazioni di Carmelo Vella e di Graziano Vella sono state rinvenute cartucce e parti meccaniche necessarie per modificare le pistole giocattolo (molle, canne) all’interno di un laboratorio in cui venivano effettuate le modifiche delle armi. Da qui il nome del blitz “Mutata arma”.

 

 

Giuseppe D'Onchia

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