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Operazione “Capolinea”, sei persone arrestate

09 Marzo 2018
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Enna 09 Marzo 2018 - Imponevano il pagamento del pizzo a un imprenditore che sta effettuando i lavori di posa della fibra ottica.

Sei le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Capolinea” eseguita nella notte dalla Squadra Mobile di Enna in collaborazione con quella di Catania. In manette sono finiti esponenti della famiglia mafiosa di Enna e dei clan catanesi Santapaola-Ercolano e Cappello-Bonaccorsi, che avrebbero imposto il pagamento della tangente ad un imprenditore ennese che svolgeva lavori nel Siracusano e Catanese e in alcuni quartieri del capoluogo etneo. Gli indagati sono i catanesi Giuseppe Calogero Balsamo, 58 anni, Salvatore Antonio Medda di 54 ed Angelo Tomaselli di 52: gli ennesi Salvatore La Delia di 67 anni ed Eduardo Mazza di 46 ed il calatino Antonio Privitelli di 34 anni. Sarebbero stati i referenti della mafia catanese, in accordo con un esponente della famiglia di Enna, a convincere l’imprenditore a sottostare all’estorsione e non sporgere alcuna denuncia. L’estorsione sarebbe proseguita se non fosse stata bloccata dall’arresto degli indagati che avevano già prospettato azioni violente qualora la vittima dell’estorsione non avesse pagato. L’ordinanza d’arresto è stata emessa dal Gip di Caltanissetta, su richiesta del pubblico ministero Roberto Condorelli, titolare dell’indagine, della Procura distrettuale antimafia nissena. Secondo quanto appurato dagli inquirenti l’interesse di Cosa nostra ennese è tuttora rivolto alle estorsioni. L’anello di congiunzione tra le famiglie di Enna e Catania sarebbe stato proprio l’ennese La Delia, già condannato per mafia, che, assunto dall’imprenditore vittima, avrebbe permesso a quest’ultimo di effettuare lavori in alcune zone del Catanese e del Siracusano governati dai clan “Santapaola-Ercolano” e quello dei “Cappello-Bonaccorsi”. Sarebbe stato sempre La Delia, al quale l’imprenditore si rivolgeva per qualsiasi problema che avveniva nei cantieri, a consigliargli di “mettersi a posto” pagando il pizzo che andava da 600 a 8.000 euro. A Gela, i Carabinieri del Reparto Territoriale hanno arrestato un ragazzo di 29 anni per detenzione ai fini dello spaccio di droga. Nella sua abitazione, i militari dell’Arma hanno rinvenuto una quindicina di grammi di cocaina, in parte già confezionate in dosi. Sequestrato tutto il materiale per la pesatura, il taglio ed il confezionamento della droga oltre a circa 1.700,00 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuto provento dell’attività illecita.

Giuseppe D'Onchia

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