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Arrestato uomo d’onore della famiglia mafiosa di Campofranco

08 Marzo 2018
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Caltanissetta 08 Marzo 2018 - La Squadra Mobile di Caltanissetta, diretta da Marzia Giustolisi, ha arrestato Domenico Vaccaro, 64 anni, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Campofranco per un omicidio commesso a Niscemi nel novembre del 1983.

Nell’agguato morì Vincenzo Vacirca, 42 anni. L’operazione di polizia giudiziaria costituisce un importantissimo colpo inferto alla consorteria mafiosa della provincia nissena, dal momento che Vaccaro è strettamente legato al noto boss mafioso Giuseppe Piddu Madonia e uomo di fiducia del boss palermitano Bernardo Provenzano, che annotava il nome di Mimì Vaccaro nei suoi “pizzini” rinvenuti nel suo covo al momento dell’arresto. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita questa mattina è stata emessa dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, Marcello Testaquatra, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta. Dopo l’arresto del gelese Alessandro Barberi, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Cosa Nostra di Gela, gruppo Rinzivillo, avvenuto nel gennaio del 2014 sempre ad opera della Squadra Mobile di Caltanissetta, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Fenice”, Domenico Vaccaro aveva ereditato lo scettro, divenendo il responsabile provinciale per Cosa Nostra della provincia nissena.

 

Le complesse indagini hanno consentito di ricostruire il delitto, commesso nei sanguinosi anni della guerra di mafia che imperversava in seguito ad una forte contrapposizione interna alla consorteria criminale “cosa nostra” che vedeva alcuni componenti del clan tendere ad avere il predominio criminale su altri. L'indagine ha costituito, ancora una volta, il frutto di un metodo peculiare di raccolta ed incrocio di dati, volto all’individuazione degli autori di fatti sanguinari risalenti nel tempo, i cosiddetti " cold case". L’attenta analisi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Salvatore Riggio (uomo d’onore della famiglia di Riesi), Ciro Vara (uomo d’onore della famiglia di Vallelunga Pratameno e vice rappresentante provinciale di cosa nostra nissena), Antonino Pitrolo e Giancarlo Giugno (uomini d’onore della famiglia di Niscemi), rinforzata dalla meticolosa ricerca di riscontri oggettivi e dei dettagli raccolti, hanno permesso di individuare i mandanti e gli esecutori materiali del delitto di mafia. L’omicidio scaturì dopo l’uccisione del capofamiglia di Niscemi, Salvatore Arcerito, avvenuto il 30 aprile del 1983 che gli altri referenti della famiglia mafiosa di Niscemi addebitarono a Giuseppe Vacirca, fratello di Vincenzo. La famiglia mafiosa niscemese ordì la vendetta, dopo avere ottenuto l’autorizzazione da Piddu Madonia. Non potendolo rintracciare, in quanto latitante, Cosa Nostra gli uccise il fratello. Per l’agguato furono impiegati killers di altri centri limitrofi, tra cui il gelese Antonino Bevilacqua, successivamente assassinato. Il mandato di morte ai danni di Giuseppe Vacirca si concretizzò qualche anno più tardi: fu ucciso nell’agosto del 1990. Mandanti ed esecutori di questo omicidio sono stati già arrestati anni addietro nell’ambito del blitz “Revenge”.

Giuseppe D'Onchia

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