Il digitale per rilanciare l’economia, ma non solo
Che il digitale fosse un’opportunità e non qualcosa da demonizzare lo si era finalmente già compreso da tempo. Il primo semestre del 2020 appena passato ha confermato questo concetto, mostrando chiaramente prospettive che prima erano forse solo delle utopie. Il digitale può essere importante per il rilancio economico, ma anche per veicolare messaggi etici e di civiltà.
Apprendimento, intrattenimento, ma anche lotta alle discriminazioni
In un mondo che è cambiato e continua a farlo molto velocemente, è importante essere consapevoli del ruolo delle nuove tecnologie e delle relative potenzialità. L’Italia era leggermente indietro rispetto a altri paesi europei per ciò che riguarda il processo di digitalizzazione, ma grazie a piccoli e grandi interventi pubblici e privati questo divario digitale (“digital divide” in inglese) è stato in parte colmato. Se prendiamo come esempio l’apprendimento: grazie a internet è possibile usufruire di corsi online, accedere a università telematiche e potersi laureare o completare percorsi di certificazione che fino a poco meno di 20 anni fa sembravano impossibili da realizzare senza una presenza fisica. La “rivoluzione” digitale ha toccato tutti gli ambiti della vita umana, quello dell’intrattenimento nonostante sia fra i più discussi, è soltanto la punta dell’iceberg del fenomeno. L’intrattenimento in rete, inoltre, è stato un business che non ha vissuto flessioni nei primi mesi del 2020 dove invece altri comparti economici hanno avuto vita dura. Basti pensare all’utilizzo che è stato fatto di Netflix o dei giochi da casinò online, o ancora dei videogame multiplayer con cui è possibile giocare con “amici” dall’altra parte del mondo. In particolare, lo streaming ha radicalmente cambiato e migliorato la fruizione di molti ambiti dell’intrattenimento, dalle serie TV on demand, con cui è possibile accedere a una bacheca virtuale di migliaia di contenuti, alla possibilità di poter partecipare a “tavoli da poker” con croupier in carne e ossa, alla possibilità di potersi avventurare in scenari fantasy su videogiochi in tempo reale con compagni di gioco virtuali. Ritornando all’analisi del potenziale di questo fenomeno inarrestabile che è la digitalizzazione, bisogna anche pensare che le nuove tecnologie possono essere utilizzate per sensibilizzare e veicolare messaggi importanti, come la lotta alle discriminazioni di genere e di classe.
Il digitale come forma di protesta e di sensibilizzazione
Ciò che sta accadendo attualmente con grossi brand come Coca Cola, Starbucks e Unilever uniti per boicottare la pubblicità sulle reti sociali Facebook, Instagram, YouTube e Twitter accusate di non fare abbastanza per combattere la presenza di contenuti discriminanti e che inneggiano all’odio, è un fatto molto importante. Senza dilungarsi nell’analisi specifica della situazione, questo avvenimento ci dà un assist per sviscerare un altro concetto, cioè quello della sensibilizzazione. La digitalizzazione è davvero un fenomeno che ha pervaso l’intera umanità e sono al 2020 davvero pochissime le realtà nel mondo che non hanno accesso a internet. Sono ancora meno se come parametro si utilizza la possibilità di accedere alla rete da luoghi “pubblici” quali internet point, università, biblioteche, bar e associazioni anziché quello di possedere un dispositivo e una connessione personale. Ebbene ciò che social network, media e piattaforme digitali possono fare a riguardo è davvero potenzialmente rivoluzionario. La pensa così anche la Merkel, che in un’intervista recente ha posto la digitalizzazione come uno dei principali obiettivi da raggiungere nell’azienda europea e ha affermato che la Germania e l’Europa faranno il possibile e di più per garantire la sicurezza di ogni tipo nel ciberspazio. Anche AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo conferma che l’utilizzo delle nuove tecnologie ha permesso di fare passi da gigante nella lotta alla discriminazione di genere, favorendo la possibilità di fare “rete” appunto anche con altre realtà fuori dall’Italia. Serena Fiorletta, responsabile della comunicazione di AIDOS, ha poi aggiunto che i mezzi digitali moderni stanno aprendo “porte” prima serrate da discriminazioni di genere e di cultura e tutto ciò facilita il compito di associazioni come AIDOS, riuscendo a raggiungere risultati efficaci in molto meno tempo.
Non si può più ignorare il fenomeno della digitalizzazione, dall’intrattenimento all’informazione, passando per la sensibilizzazione e nuove opportunità lavorative, i governi mondiali si stanno rendendo sempre più conto che si è di fronte a qualcosa di enorme, che vive quasi di vita propria e si evolve con la società stessa, un po’ come un linguaggio.