Catania, violenza choc nel carcere minorile: brutale aggressione a poliziotto da parte di un detenuto
Prosegue inarrestabile la spirale di violenza nelle carceri italiane, dove non passa giorno in cui non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari.
L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Calogero Navarra, nel carcere minorile di Bicocca: “Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti della Polizia Penitenziaria in Sicilia.
Questa volta è il personale in servizio nell’Istituto penale per minorenni di Catania ad aver vissuto una mattinata da incubo. Verso le 13, un giovane detenuto di origini marocchine, si rifiutava di rientrare nella propria cella.
Dopo una paziente opera persuasiva da parte del Personale, si riusciva a farlo rientrare ma, appena entrato in cella, proditoriamente ed improvvisamente si è scagliato contro i poliziotti.
A farne principalmente le spese è stato un Assistente Capo coordinatore che, per bloccarlo, durante la colluttazione urtava violentemente contro una branda, riportando una forte contusione al torace.
Il collega veniva trasportato presso l’ospedale cittadino, ove gli veniva riscontrata una frattura intercostale e successivamente dimesso con prognosi di giorni 30 giorno.
Il detenuto protagonista del grave evento, con presunti problemi psichici, essersi già reso protagonista di simili episodi anche in altre sedi penitenziaria. Una sola cosa è certa: non è più possibile andare avanti in questo modo, dove quotidianamente il personale di Polizia penitenziaria rischia la propria incolumità!
E’ del tutto evidente che anche questo è un chiaro sintomo del malessere che si vive nel carcere minorile di Catania e per questo torniamo a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità di un Istituto che evidentemente non è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’Istituto”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Catania ed evidenzia come e quanto sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale.
“Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni di alta tensione senza che le Autorità competenti adottino provvedimenti urgenti.
Siamo al collasso! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni.
Io credo che la soluzione ai problemi della giustizia minorile non possa essere solo quella di avere più direttori e dirigenti, come ha recentemente dichiarato il Ministro della Giustizia Nordio.
Servono piuttosto poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze.
Oggi tutti scoprono che la giustizia minorile così com’è non va, ma è da troppo tempo che il SAPPE denuncia come registriamo già da mesi, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia.
È da sottolineare che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione.
Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori.
Legge voluta dal Ministro della Giustizia Orlando con Renzi premier, lasciata intonsa dal Guardasigilli Bonafede con Conte presidente del Consiglio e lo stesso da Cartabia e Draghi”.
Capece ricorda infine che “il SAPPE, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ha in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti.
Non è stato fatto nulla, zero assoluto, e i risultati sono l’evasione dal Beccaria, gli incendi e le aggressioni nelle altre carceri minorili di Nisida, Casal del Marmo, Bologna, Palermo, Treviso, per citarne alcuni.
La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé”.