Non ce l’ha fatta Pino Federico di Forza Italia. L’ex deputato regionale e già presidente della Provincia di Caltanissetta, si è fermato a 39.733 voti (35,50 per cento), 13815 ottenuti nella sua città. Non sono stati sufficienti. Ce l’ha fatta il grillino Dedalo Pignatone che si prende il seggio con 52.891 preferenze. Disfatta del Partito Democratico. I Dem si sono fermati sotto il 10% sia alla Camera che al Senato. Insieme e Piero Lo Nigro (coalizione di centro sinistra) hanno ottenuto 1000 voti, pari allo 0,95%, mentre Liberi e Uguali ha superato di poco la soglia del 3% con i 3249 voti di Franca Gennuso alla Camera e i 761 di Angelo Marotta al Senato. .
Il gelese Salvatore Sauna, candidato al Senato per il Popolo della Famiglia, ha ottenuto 1167 preferenze. Nelle prossime ore si conosceranno i nomi degli altri parlamentari eletti su base proporzionale, attraverso i listini bloccati. A Gela, c’è stata un’affluenza in calo rispetto a quella nazionale. Per la Camera, ha votato il 52,32% (alle precedenti politiche il dato era del 56,16%) con 31.195 gelesi che si sono recati alle urne. Al Senato, invece, la quota è del 53,50% (anche in questo caso più bassa rispetto al 56,98% delle scorse elezioni) con 28.356 votanti. Sale la Lega che in città sfiora il 9% superando le 2000 preferenze. Il dato inconfutabile in merito al responso delle elezioni è che a Gela non esiste più il centrosinistra. Una sconfitta, senza se e senza ma.
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