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Una probabile questione di onore familiare

05 Aprile 2018
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05 Aprile 2018 - Una probabile questione di onore familiare: Il killer riteneva che il fratello avesse avuto in passato una breve relazione con l’ex moglie. E lo ha ucciso. E ha ucciso anche la convivente.

È quanto appurato dai Carabinieri che, in poche ore dall’agguato, hanno chiuso il cerchio sul duplice omicidio commesso ieri pomeriggio in una sala slot di Caravaggio, in provincia di Bergamo. A cadere sotto i colpi di Maurizio Novembrini, pregiudicato di 43 anni, residente a Treviglio e sottoposto a fermo, accompagnato dalla sorella dall’auto da cui è sceso, sono stati Carlo Novembrini, 51 anni e Maria Rosa Fortini di 40. Il killer ha sparato due colpi contro il congiunto e poi ha premuto il grilletto all’indirizzo della donna che avrebbe tentato di proteggere il proprio compagno. I due sono morti sul colpo. Maurizio Novembrini ha confessato nella notte di aver agito con la complicità della sorella. Dalle immagini del sistema di videosorveglianza del locale, teatro della carneficina, si vede che il killer arriva a bordo di una Panda bianca, con una donna in auto. Lei rimane in macchina, lui entra nel locale e spara. I colpi di pistola raggiungono la vittima alla testa e uno al corpo. Maria Rosa Fortini, forse con un attimo di anticipo, ha notato l’assassino e il suo sguardo, lanciandosi nell’ultimo tentativo di coprire il compagno con il corpo. È morta anche lei, ma sarebbe stata comunque un obiettivo del killer, che le ha poi sparato anche una seconda volta. La donna è stata colpita alla testa. La donna, in Lombardia, lavorava per un’impresa edile mentre Carlo Novembrini faceva l’artigiano. Il nome di Novembrini ha riempito le pagine della cronaca giudiziaria negli anni 90. Più volte al centro di delicate inchieste, era stato definito un picciotto della famiglia mafiosa Madonia. Sul suo capo, sono piovute numerose condanne soprattutto in tema di estorsioni. Al momento attuale, dopo l’arresto di Maurizio Novembrini, non risultano provvedimenti a carico della sorella. I militari hanno anche trovato l'arma del delitto. Si tratta di una semiautomatica calibro 9×21, di provenienza illecita. Il killer è stato recluso nel carcere di Bergamo dove nei prossimi giorni verrà interrogato dal Gip del Tribunale in occasione della relativa udienza di convalida. Sono tuttora in atto altre perquisizioni da parte dei Carabinieri per acquisire ulteriori elementi sul gravissimo fatto di sangue. Il video

Giuseppe D'Onchia

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