VERITA’ E MENZOGNA in criminologia nel nuovo numero di OBSCURA

“Verità e menzogna tessono, da sempre, una complessa ragnatela che avvolge la natura umana, i rapporti, le relazioni e il mondo del crimine ne è uno specchio prepotente e spietato. In questo nuovo numero di OBSCURA, affrontiamo i confini sfumati tra queste due forze contrastanti, esplorando come esse si manifestano nei contesti più svariati: dalla giustizia penale al rapporto medico-paziente, dal teatro della scena del crimine alle dinamiche dell’aula di tribunale. In ogni ambito, la verità e la menzogna non solo si influenzano reciprocamente, camuffandosi e sovvertendo i piani di realtà, le evidenze, i vissuti e le convinzioni, ma richiedono, a chi cerca di comprenderle, un’immersione coraggiosa nella psiche dell’individuo, tra aree certe, stabilite e meandri oscuri e inesplorati. La menzogna appare, alle volte, un’arte, una strategia che gli individui perfezionano fin dalla prima infanzia e che si trasforma, progressivamente, in uno strumento di difesa, di manipolazione o semplicemente di autoconservazione. Il suo peso cognitivo ed emotivo può portare a una rottura o a una maggiore congruenza con il contesto: una menzogna credibile richiede, infatti, di mantenere intatte espressioni facciali e gesti, di dosare il carico cognitivo affinché nulla tradisca. Questo delicato equilibrio è spesso proprio ciò che gli esperti cercano di spezzare durante gli interrogatori, portando alla luce il divario tra il carico emotivo e cognitivo, evidenziando l’innaturalezza dell’inganno. Anche nel rapporto tra medico e paziente, la verità e la menzogna assumono ruoli particolari. Di fronte a una diagnosi grave, per esempio, il medico può trovarsi di fronte al dilemma etico: dire tutta la verità o addolcirla per evitare un impatto emotivo devastante? In questo caso, la menzogna può assumere una funzione “benefica,” offrendo conforto a chi è in una posizione di estrema vulnerabilità, ma al prezzo di una verità taciuta. Riflettere su questi aspetti ci obbliga a domandarci quanto, in ambito medico, la trasparenza sia sempre la scelta etica giusta, o se, a volte, una piccola ombra di falsità possa proteggere più di una crudele verità. La criminologia e il fenomeno del true crime hanno reso poi la menzogna una protagonista affascinante per milioni di spettatori e lettori. L’arte dell’inganno e della manipolazione non è più solo un oggetto di studio scientifico, ma un intrattenimento che racconta storie oscure e complesse. La narrazione del crimine e la ricostruzione dell’inganno, basate su fatti reali, rivelano quanto le bugie possano trasformare le vite, distruggerle o plasmarle in modo irriconoscibile. Le menzogne dei criminali, la loro capacità di creare un’illusione che protegga i propri crimini, sono spesso al centro dei racconti true crime e rappresentano una frontiera affascinante tra il mondo del fatto e quello della finzione. Anche sulla scena del crimine, la menzogna si manifesta come il mascheramento dell’identità. In alcuni casi, l’uso di alterazioni o depistaggi diventa un modo per confondere gli investigatori e sviare le indagini. Ma è davvero possibile occultare se stessi e la propria verità completamente? Ogni movimento, ogni elemento lasciato, volontariamente o meno, parla di chi lo ha compiuto, e talvolta è proprio attraverso la scrittura – lettere, biglietti, messaggi – che emergono tratti caratteriali o psicologici in grado di smascherare il colpevole. Decifrare la menzogna nella sua espressione scritta diventa un percorso per penetrare nelle intenzioni di chi cerca di nascondersi dietro l’inganno. In questo scenario affascinante e articolato, la cross-examination, o controesame nel processo penale, rappresenta uno dei momenti in cui la verità e la menzogna sono poste in una lotta senza tregua. L’avvocato difensore e il pubblico ministero, con tecniche raffinate, si sfidano per svelare la verità nascosta o per costruire un’illusione credibile, giocando con le testimonianze e le emozioni dell’imputato o dei testimoni. Qui, il peso emotivo e cognitivo di chi è sottoposto a interrogatorio si scontra con la necessità di mantenere una coerenza perfetta, in un contesto in cui un’incrinatura potrebbe far crollare l’intero castello di carte costruito con la menzogna. Questo numero della nostra Rivista si propone di svelare il delicato filo che lega verità e menzogna, esplorando la loro interazione e le conseguenze, talvolta fatali, che queste possono avere sul piano psicologico, etico e giuridico, così come illustrato nel caso di cronaca emblematico presentato alla fine. Invitiamo i lettori a riflettere con noi su come e quando la verità possa essere forse più crudele della menzogna e su quanto, in fondo, la verità possa rivelarsi altrettanto sfuggente e manipolabile. Nell’universo della criminologia, dell’arte dell’inganno e della giustizia, la verità è solo un punto di partenza: il resto è interpretazione, lotta, e inevitabilmente, tragedia umana” (dall’introduzione del curatore Dott. Mirco Turco)