Dott. Francesco Agati: B&B o Affittacamere. Nuove regole in Sicilia per le strutture ricettive

Molte persone spesso confondono queste due tipologie di strutture ricettive e la cosa non sorprende perché le differenze possono essere molto sottili.

Innanzitutto, bisogna dire che sicuramente lavorare nel turismo implica stare a contatto con il pubblico, amare il proprio territorio e offrire ai propri ospiti un servizio che si possa distinguere. 

Dott. Francesco Agati – Consulente Immobiliare

Esistono diverse soluzioni, una tra queste è quella offerta da b&b e affittacamere, per certi versi più vantaggiosa rispetto a quella di un hotel. Tuttavia, la differenza tra b&b e affittacamere deve essere ben chiara a tutti coloro che intendono avviare un’attività in proprio nel settore della ricezione turistica.

Cosa cambia tra le due strutture ricettive

Il Bed and Breakfast è una struttura in cui si offre, oltre al pernotto, anche la prima colazione e che si caratterizza per:

Un numero di camere inferiore a quello di un albergo

L’impossibilità di somministrare altri pasti oltre alla colazione

Un contesto familiare

Se i primi vengono considerati strutture ricettive a conduzione familiare, i secondi vengono invece considerati strutture ricettive imprenditoriali. Gli affittacamere sono quindi assimilati alle aziende, dal punto di vista fiscale e organizzativo. Ciò significa che i gestori possono assumere dei collaboratori e fornire agli ospiti servizi simili a quelli di un albergo.

Il b&b viene gestito in forma non imprenditoriale, spesso a conduzione familiare, l’affittacamere invece in forma imprenditoriale.

I documenti. Poiché si tratta di una attività imprenditoriale, per aprire un affittacamere è necessaria una partita IVA, l’iscrizione presso la Camera di Commercio, la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). 

Per aprire un b&b basta presentare solo la SCIA.

L’obbligo di residenza. Il proprietario di un b&b deve risiedere nella struttura, ma attenzione perché questa regola può variare da regione a regione. Il proprietario di un affittacamere non ha invece alcun obbligo di residenza.

I servizi. I b&b devono limitarsi a offrire letto e prima colazione, gli affittacamere sono liberi di fornire altri servizi accessori.

L’interruzione dell’attività. Poiché il b&b viene considerata un’attività occasionale deve rispettare dei periodi di chiusura annuale. Gli affittacamere possono invece lavorare tutto l’anno.

L’aspetto fiscale. I guadagni di un b&b non imprenditoriale vengono tassati come redditi diversi. Gli affittacamere sono soggetti al regime fiscale riservato al regime scelto di partita IVA.

La differenza tra b&b e affittacamere si riscontra anche a livello regionale, la Regione Siciliana ha emanato un nuovo disegno di legge per regolamentare il settore.

Sanzioni pesanti per chi viola le regole con una forbice che oscilla fra i cento e i 6 mila euro.

L’obiettivo di regolamentare un mercato finora troppo libero come quello dei B&b, degli affittacamere, degli appartamenti per ferie o vacanze. Il tutto introducendo

anche nuove classificazioni del turismo di lusso come quelle che fanno riferimento alle residenze d’epoca, ai marina resort, agli alloggi nautici e ai Boat&breakfast.

I limiti agli stagionali. Hotel stagionale o meno. Il primo è tale se resta aperto per un minimo di 90

giorni consecutivi e mai per più di 270 giorni all’anno (anche non consecutivi). Superato questo limite la struttura è definita annuale.

Si parte con la Scia.  Le strutture ricettive devono inviare al Comune la Scia per poter iniziare a lavorare. Con la Scia il titolare comunica che la struttura possiede i requisiti richiesti per la classificazione che la Regione le ha attribuito. La Regione verificherà poi la reale sussistenza di questi requisiti. 

La riforma Regione detterà i limiti per l’attribuzione delle stelle agli alberghi (misura delle stanze, servizi obbligatori) e della classificazione a tutte le altre strutture.

Il Cir e l’assicurazione.  Ogni struttura ricettiva verrà identifica da un codice, si chiama Cir, che la Regione le attribuisce: una prassi che esiste già per decreto e che ha portato secondo la Amata a far dichiarare in due anni circa 30 mila strutture prima sconosciute, ma che ora viene codificata. In più ogni struttura, anche i B&b e le case vacanze, dovrà avere una assicurazione per i rischi da responsabilità

civile nei confronti dei clienti.

Sanzioni salatissime. Per chi non rispetta le nuove prescrizioni. Qualche esempio: chi non comunica i dati sui flussi turistici pagherà da un minimo di 250 a 2.500 euro. Chi non espone il codice Cir pagherà fra i 500 e i 2.500 euro. Chi apre un’attività senza aver presentato la Scia rischia una multa da 1.032 a 6 mila euro. E chi non fornisce i servizi richiesti dal tipo di struttura che ha indicato nella Scia e che la Regione ha fissato con la riforma pagherà dai 250 ai 2.500 euro. Le strutture che vendono alimenti o bevande senza autorizzazione rischiano una multa da 200 a 1.200 euro.

L’obiettivo della riforma è anche quello di far emergere il sommerso, cioè quelle attività turistiche finora non registrate perché gestite a livello domestico e non imprenditoriale. Ora anche queste vanno registrate.

E ancora, il testo regolamenta gli affittacamere (massimo 6 in uno stesso immobile per un totale di 14 posti), gli alloggi agrituristici (camere in fabbricati rurali) e i classici B&b che devono avere non

più di cinque camere per i clienti con una capacità ricettiva massima di 15 posti letto e una stanza adibita a soggiorno. Inoltre il titolare deve abitare nella struttura.

La case vacanze, alla luce della riforma in cantiere, devono essere dotate di servizi igienici e cucina autonoma e possono essere affittati al medesimo ospite per non più di tre mesi consecutivi.

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Dott. Francesco Agati Consulente Immobiliare

Intermediario, Tecnico/Legale