Piazza Armerina medievale al Corso di Archeologia promosso da BCsicilia

Nell’ultimo ventennio una serie di scoperte archeologiche ha accresciuto notevolmente le conoscenze relative alla città e al territorio di Piazza Armerina.

Anzitutto, la fase medievale della villa del Casale, già nota dagli scavi Gentili degli anni ’50 e Carandini negli anni ’70, si è rivelata non limitata alla sola estensione della villa tardoantica, ma risulta ora interessare anche ampi settori a Sud, Est e Nord di essa.

Una prima campagna di scavi tra 2004 e 2005, condotta dalla Soprintendenza di Enna e dall’Università di Roma La Sapienza con fondi POR, ha condotto alla scoperta di un esteso tratto di abitato con resti di case risalenti a due fasi, di X-XI e XI-XII secolo.

Nella stessa area a Sud della Villa del Casale, in successive indagini dell’Università di Roma e dell’Università Kore di Enna, tra 2006 e 2014, è stato scoperto un impianto termale tardo antico, dove in età medievale fu inserita una fornace per la ceramica.

Altre indagini all’interno della villa, durante i recenti lavori per la sostituzione della copertura, hanno consentito di conoscere meglio i pozzi e silos medievali ricavati entro i pavimenti antichi, in seguito riempiti con materiali di scarto; a Nord, un’ulteriore campagna di scavo della Soprintendenza di Enna ha scoperto un altro settore dell’abitato medievale.

Sono così emersi nuovi problemi e nuove interpretazioni, relativamente ai dati delle fonti storiche e delle tradizioni locali riguardanti il sito di Iblatasah, menzionato da Idrisi, lahanno consentito di conoscere meglio i pozzi e silos medievali ricavati entro i pavimenti antichi, in seguito riempiti con materiali di scarto; a Nord, un’ulteriore campagna di scavo della Soprintendenza di Enna ha scoperto un altro settore dell’abitato medievale.

Sono così emersi nuovi problemi e nuove interpretazioni, relativamente ai dati delle fonti storiche e delle tradizioni locali riguardanti il sito di Iblatasah, menzionato da Idrisi, lahanno consentito di conoscere meglio i pozzi e silos medievali ricavati entro i pavimenti antichi, in seguito riempiti con materiali di scarto; a Nord, un’ulteriore campagna di scavo della Soprintendenza di Enna ha scoperto un altro settore dell’abitato medievale.

Sono così emersi nuovi problemi e nuove interpretazioni, relativamente ai dati delle fonti storiche e delle tradizioni locali riguardanti il sito di Iblatasah, menzionato da Idrisi, larelativamente ai dati delle fonti storiche e delle tradizioni locali riguardanti il sito di Iblatasah, menzionato da Idrisi, larelativamente ai dati delle fonti storiche e delle tradizioni locali riguardanti il sito di Iblatasah, menzionato da Idrisi, laPlacea dei documenti medievali, e l’odierna Piazza Armerina, fondata nel 1163: la colonia “lombarda” e il suo rapporto con gli elementi preesistenti viene ad essere così considerata sotto una nuova luce.

Paolo Barresi è professore associato di Archeologia Classica presso l’Università Kore di Enna. Specializzato presso la Scuola Italiana di Archeologia di Atene, dottorato presso l’Università di Roma La Sapienza, è stato responsabile sul campo degli scavi archeologici condotti nel settore a Sud della Villa del Casale di Piazza Armerina dal 2004 al 2014 sotto la direzione del prof. Patrizio Pensabene dell’Università di Roma La Sapienza.

Si è occupato dello studio dei mosaici della villa del Casale, di problemi di finanziamento delle architetture antiche in Asia Minore, di studio della tecnica di progettazione architettonica e musiva in età classica.