La manovra finanziaria aiuta i ricchi. Penalizzati lavoratori autonomi e dipendenti

Una sorta di Robin Hood al contrario, che aiuta i ricchi e regala pochi soldi ai salari bassi. Ecco come funziona la flat tax inserita nella manovra economica. Ad un lavoratore autonomo che guadagna 3mila euro netti al mese, ‘regala’ 7.800 euro di tasse.

Mentre un operaio che percepisce mille euro di stipendio, avrà in tutto 120 euro l’anno in più. A far di conto è il responsabile economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia, legge di bilancio alla mano.

Com’è noto la manovra estende la flat tax al 15% ai redditi da lavoro autonomo fino a 85 mila euro lorde l’anno, dagli attuali 65mila. “Col regime attuale fino a 65mila euro lordi l’anno le partita iva potevano scegliere se aderire alla flat tax o al regime ordinario.

Col regime ordinario si scaricano i costi, in flat tax c’è una deduzione forfettaria, e poi ci sono i contributi. E su ciò che resta si paga il 15%. È questo il motivo per cui moltissimi autonomi non scelgono la flat tax.

Perché scaricando molti costi è più conveniente. È il caso ad esempio di molti artigiani. Ora questo sistema viene esteso fino a 85mila euro lordi l’anno”, ricorda Paglia, interpellato dall’agenzia Dire.

Mettiamo che una partita Iva con 3mila euro netti di reddito al mese aderisca alla flat tax al 15 %. “Ipotizzando un 22% di deduzione dei costi, se a 85mila euro togli il 26% di contributi, e togli una deduzione forfettaria del 22% e poi togli il 15% di tasse, in tasca al lavoratore restano 43mila euro.

Mentre col regime ordinario avrebbe avuto in tasca 36mila euro netti. Di qui la differenza di 7.800 euro l’anno “.

A un lavoratore dipendente con un salario netto di 1000 euro al mese, la manovra riserva un beneficio molto più contenuto. L’aumento di 120 euro deriva dal ritocco del cuneo fiscale. “Stiamo parlando di 10 euro al mese. In tutto 120 euro l’anno.

È una sperequazione molto forte. È vero che di lavoratori autonomi con 85mila euro di reddito ce ne sono meno, mentre gli operai a mille sono molti. Ma la differenza è troppa”, dice Paglia.

L’esponente di Sinistra Italiana non è contrario per principio alla flat tax. “Sono a favore, ad esempio, per le false partite iva a basso reddito. Perché’ con la flat tax gli togli l’incombenza degli scontrini, delle spese per il commercialista… e applichi un’aliquota più bassa del regime ordinario e in linea con il loro lavoro.

Ma per queste persone era già sufficiente una soglia di reddito fino a 40mila euro. Non serviva l’estensione a 85mila euro”.

Fonte DIRE