L’Orchestra da camera Orfeo chiude la XX edizione del TIMF
Un ventennale festeggiato con i grandi nomi della scena musicale internazionale, nello stile del Trecastagni International Music Festival che per l’ultimo appuntamento della rassegna curata da Carmelo Pappalardo vedrà la presenza dell’Orchestra da camera Orfeo, ensemble catanese nata nel 2020 e formata da professori d’orchestra e da giovani strumentisti.
Sul podio il M° Domenico Famà, suo ideatore, che domenica 7 agosto alle 20.30 nell’incantevole largo Abate Ferrara, luogo simbolo del Festival,dirigerà in apertura Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, in una versione poco nota alle cronache.
«Si tratta dell’edizione critica della Bärenreiter – racconta Famà – che si rifà ai primi manoscritti di Manchester di qualche anno precedenti alla versione di Amsterdam, datata 1725, che si esegue di solito.
D’accordo con l’Orchestra abbiamo scelto di utilizzare questa prima edizione per avvicinarci alle sonorità antiche, pur con una compagine orchestrale moderna, che fossero espressione di uno studio filologico dell’originale».
Composti nel 1723, i quattro concerti solistici per violino e orchestra, che vedranno la partecipazione speciale della violinista ucraina Oleksandra Fedosova e del clavicembalista siciliano Sebastiano Cristaldi, sono fra i primi esempi di musica a programma.
«Siamo fra i pochi ad eseguire questa prima versione – aggiunge il direttore d’orchestra –, che rispetto alla seconda più nota presenta non poche differenze, a cominciare proprio dal secondo movimento del Concerto n. 4 in Fa minore op. 8, L’Inverno, dove ricorre un fitto dialogo fra il violoncello e il violino principale, in seguito eliminato.
Il secondo movimento del Concerto n. 1 in Mi maggiore op. 8, La Primavera, vede invece una risposta a canone fra violini primi e secondi ma non mancano anche differenze in aspetti più tecnici come le articolazioni, le sonorità, le armonie e la posizione degli accordi suonati».
Come se non bastasse, il concerto riprenderà poi con l’esecuzione in prima assoluta del brano per pianoforte e voce, Ines, di Ettore Paladino. «L’anno scorso – aggiunge – la famiglia del musicista, per anni primo violoncello al Teatro Massimo Bellini di Catania oltre che esponente di spicco della didattica, citato pure da Riccardo Muti nella sua biografia, mi ha donato i manoscritti.
E siccome oltre alla grandezza del musicista ritenevo interessante farne conoscere anche le qualità compositive ho deciso di adattare Ines per voce e orchestra». Una scelta accolta con entusiasmo dallo stesso Pappalardo che conosceva bene lo spessore artistico di Paladino e in cui la parte solistica è affidata all’ammaliante voce del soprano Giulia Mazzara.
A conclusione della serata verrà poi suonata la Simple Symphony di Benjamin Britten. «Un’opera giovanile, che risale al 1934, – conclude – ma che presenta in ciascuno dei quattro movimenti una danza barocca, si passa infatti dal Boisterous Bourrèe al Playful Pizzicato, dal Sentimental Sarabande al Finale vorticoso, come lo definisce lo stesso compitore inglese.
Sono tutte suite barocche che però risentono dell’influenza della musica Novecentesca». Un concerto di rara bellezza, in un luogo simbolo della cittadina alle pendici dell’Etna, in cui oltre alla partecipazione di artisti di grande prestigio saranno presenti anche gli eredi di Paladino, per una grande festa della musica.