Ruben Micieli e Oleksandra Fedosova domani sera al Trecastagni International Music Festival
Metti una sera due artisti internazionali, un luogo unico sull’Etna dove lo sguardo si perde nell’infinito e un cielo trapuntato di stelle a fare da sfondo e il gioco è fatto. Anche questo è il Trecastagni International Music Festival, diretto dal M° Carmelo Pappalardo, che venerdì 5 agosto alle ore 20.30, nel suggestivo cortile en plein air della Chiesa Madre di San Nicola (via Arciprete Domenico Torrisi, n°1), vedrà la partecipazione di due nomi di grande richiamo del panorama europeo.
Il primo è un ragusano doc, allievo di Aquiles Delle Vigne, vincitore di numerose competizioni come il “Franz Liszt” Piano Competition di Weimar e il premio “Leopold Bellan” di Parigi, che si è esibito in molti teatri europei e asiatici sia come solista sia in orchestra; l’altra è nata in Ucraina e dopo gli studi a Kiev e la laurea a Monaco, si è perfezionata con Alexander Sitkovetsky alla Zurich High School for Arts.
Vincitrice di diversi concorsi internazionali, si è anche esibita con importanti musicisti in Europa, Cina e Stati Uniti dove ha suonato con numerose orchestre sinfoniche e da camera.
Stiamo parlando del pianista Ruben Micieli e della violinista Oleksandra Fedosova,i quali affronteranno per la prima volta insieme un programma che spazierà tra varie epoche. «I diversi percorsi musicali – spiega la violinista – daranno vita a una serata ricca di emozioni in un gioco di suoni e colori.
Oltre alle più celebri Sonate di Mozart e Brahms, eseguiremo anche la meno nota “Posthume” di Ravel, i brani del compositore estone Arvo Päart, “Spiegel im Spiegel” e “Fratres”, e lo “Slavonic capriccio” del musicista ucraino Lev Kolodub.
Per noi la musica non ha confini e anzi è un’occasione d’incontro speciale fra culture, soprattutto in un momento socio-politico così delicato fra la Russia e l’Ucraina dove molte persone stanno perdendo la vita.
Credo sia importante far conoscere il suono e l’anima ucraina per divulgare nel mondo la nostra cultura e la nostra identità. Non vediamo l’ora di condividere con il pubblico questa straordinaria esperienza».
Fedosova e Micieli si sono incontrati per la prima volta qualche tempo fa a Zurigo dove la violinista ucraina vive e dove il virtuoso siciliano era andato per partecipare a una maratona sugli Études op.25 di Chopin, in quel momento si sono ripromessi di suonare insieme.
L’occasione si è ora presentata per il Festival di Trecastagni nel quale seguiranno più che una linea strettamente cronologica, un percorso costruito attorno al virtuosismo. «Come diceva Horowitz – sottolinea Micieli – si deve trovare sempre un equilibrio fra ciò che interessa eseguire a noi musicisti e ciò che piace al pubblico e farlo in una rassegna come questa, che riserva molta attenzione alla musica da camera, è qualcosa di unico».
Il concerto inizierà con la Sonata per violino in Mi minore K.304 di Wolfgang Amadeus Mozart: «La particolare drammaticità dettata dalla tonalità minore e la perfezione strutturale – continua il virtuoso – ne fanno un capolavoro di rara bellezza.
Si racconta che il compositore austriaco l’avesse dedicata alla madre scomparsa ed è forse per questo che all’ascolto restituisce un senso di smarrimento e di solitudine».
Toccherà poi alla Sonata per violino e pianoforte in La minore “Posthume” di Maurice Ravel, composta nell’aprile del 1897, ma eseguita solo nel 1975 per il centenario della nascita. Chiuderà la prima parte del concerto e aprirà la seconda Arvo Päart con Fratres e Spiegel im Spiegel.
Il primoè un brano particolarmente virtuoso per violino dedicato a Gidon Kremer, uno dei più grandi violinisti ancora in vita, il secondo invece è espressione del minimalismo in musica che restituisce attraverso due note un’atmosfera sognante in continuità con l’opera di Ravel.
Sarà poi la volta di Slavonic capriccio di Lev Mykolajovych Kolodub, compositore e insegnante ucraino scomparso nel 2019 ad ottantanove anni. «Una danza dai rimandi zigani in cui si utilizzano numerosi portamenti – aggiunge Micieli – della quale, con grande emozione, abbiamo utilizzato il manoscritto originale».
Infine, la Sonata n. 3 in Re minore per violino e pianoforte op. 108 di Johannes Brahms dove si può cogliere l’ispirazione da Beethoven e altresì tutto l’amore che il suo autore aveva per i classici e per la struttura tradizionale portata forse a uno dei più alti livelli. Un capolavoro dal punto di vista del contrappunto, delle idee, dei temi utilizzati, sviluppati e ripresi.