Dalla Campania alla Sicilia: le “singolari proteste” del popolo delle partita iva
Proteste e singolari manifestazioni in Italia per le gravissime difficoltà economiche che stanno vivendo diverse attività economiche.
Da nord a sud, ognuno con modalità diverse ma con le stesse motivazioni, cioè che lo Stato aiuti con misure ed iter più semplici, perchè il rischio è quello di chiudere le attività definitivamente.
Ieri, davanti la Prefettura di Caltanissetta si è tenuto un simbolico corteo funebre per piangere le partite iva, presenti alla manifestazione oltre a parrucchieri, artigiani, commercianti e titolari di PMI anche le confederazioni sindacali e datoriali.
Ma non solo in Sicilia, anche in Campania diversi commercianti, dopo una prima riapertura delle loro attività hanno deciso di abbassare le saracinesche dei loro locali ed hanno manifestato le loro preoccupazioni con altrettante modalità simboliche come si vede nelle foto.
“In questo momento sono al fianco dei commercianti, degli imprenditori, di tutti coloro in quali non possono riaprire, di tutti coloro i quali non hanno riaperto. Stiamo lavorando al bilancio – ha dichiarato il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno – e farò di tutto affinché possano esserci provvedimenti importanti come la cancellazione delle imposte comunali per il periodo di chiusura delle attività.
Profondo apprezzamento per la nota diramata poco fa da Anci Campania che ha chiesto riaperture dal 18 Maggio per barbieri, parrucchieri ed estetiste. Un fronte sul quale mi sono impegnato in prima persona. In seguito a due incontri con i commercianti, di cui uno alla presenza dell’on. Gianfranco Di Sarno, dopo aver raccolto numerose istanze, insieme all’ ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e alla CNA (Confederazione Nazionale Artigiani) e sentiti i rappresentanti delle attività locali, abbiamo proposto al Presidente Vincenzo De Luca di valutare la richiesta, affinché barbieri, parrucchieri ed estetisti possano tornare operativi già dal 18 maggio, in anticipo, quindi, rispetto alla data indicata dal DPCM del 26 aprile 2020.
Mi auguro che tale richiesta possa essere accolta, per stare vicino alle categorie che vivono un forte stato di disagio, a causa della chiusura. E spero che quanto prima si possa fare chiarezza anche in merito ai bar, ristoranti e pizzerie”.
Ed a Somma Vesuviana molti abbassano le saracinesche. “Saracinesche abbassate, vetrine chiuse e fuori il manifesto a lutto. Questa è la nostra protesta. Ben 155 negozi a Somma Vesuviana hanno aperto ma hanno richiuso perché non conviene ed hanno affisso un manifesto a lutto – ha affermato Carmine Carotenuto, commerciante, coordinatore sezione Somma Vesuviana dell’associazione nazionale Orgoglio Partita Iva – e rischiamo davvero di non riaprire più.
Molti stanno pensando di rimettere la partita iva. Chiediamo norme chiare. Ad esempio per i bar si potrebbe dare la possibilità di far accedere un cliente alla volta. L’asporto non conviene. Nei 155 noi abbiamo anche i barbieri che con forza stanno chiedendo di controllare su eventuale rischio che possa esserci il fenomeno di abusivi il quale potrebbe rappresentare anche un rischioso per la salute umana. Sul piano fiscale chiediamo la cancellazione delle imposte comunali e nazionali per i mesi di chiusura, investimenti a fondo perduto e non prestiti, lo sblocco della cassa integrazione ed il bonus di 600 euro per tutti”.