Interscambio e nuovi programmi tra esperti del turismo

Webinar, video conferenze e scambi di idee, si sono alternati durante il corso di questo periodo di emergenza sanitaria.

Opinioni, considerazioni, piani programmatici accomunati dall’innovazione tecnologica fanno si che vari esponenti e congregazioni turistiche si possano incontrare per sviluppare progetti e programmi da attuare nel breve periodo, considerando il fatto che il coronavirus, molto probabilmente, cambierà le abitudini del turismo italiano e non solo.

“Questa crisi ci ha permesso di vedere un aspetto che prima non era chiaro a tutti. Ora ci stiamo tutti rendendo conto del legame che c’è tra cultura e turismo. Io sono anche un medico e come tale sto vivendo anche l’emergenza sanitaria in prima persona ed è la più grande emergenza sanitaria di questa epoca. Bisogna stare attenti alla fase 2, bisogna stare attenti alla riapertura perché si rischierebbe di ritornare subito alla fase 1. Il mondo della cultura è un mondo fatto di comunità che necessita del contatto diretto e continuo con il pubblico. Ora questo contatto non è possibile. I tempi saranno lunghi per i teatri, per la lirica, per il cinema. A Palermo tra qualche mese dovremo organizzare il famoso Festino di Palermo ma sicuramente sarà un’edizione diversa, in streaming. L’intera emergenza rappresenta una vera tragedia. Pensiamo ad esempio anche ai piccoli teatri o ancora ai precari della cultura, brutto termine ma è così. Siamo dinanzi ad una grave perdita che sarà difficile colmare. Ed allora noi assessori alla cultura dei vari comuni italiani abbiamo deciso di unirci, di dare vita ad un’unica grande rete per interloquire con Anci e Governo. Se la cultura non dovesse essere aiutata ora, nel 2020, sarà difficile una ripresa anche nel 2021. La cultura è il motore che consente all’Italia di avere turisti da ogni parte del mondo e non c’è ripresa senza la cultura. A Palermo non interromperemo mai quel percorso di crescita culturale della città già avviato. Anzi l’esperienza degli ultimi 7 – 8 anni rappresenterà una forte base culturale per una ripartenza veloce”. Lo ha dichiarato oggi, Adham Darawsha, Assessore alle Culture del Comune di Palermo, intervenendo poco fa al quarto WeBinar promosso, voluto ed organizzato dal Distretto Turistico della Costiera Amalfitana. Questa volta il tema era “La Cultura nelle città e nelle destinazioni turistiche, presente e futuro del dopo Covid – 19”.

“CoopCulture è una struttura cooperativa che gestisce ben 250 istituzioni culturali e ci lavorano 12000 soci. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di pensare a mettere in sicurezza i lavoratori con gli ammortizzatori sociali. Siamo già operativi sulla sicurezza degli ambienti e stiamo lavorando alle iniziative di distanziamento sociale. Il nostro target, almeno nell’immediato, non sarà il mercato internazionale ma sarà basato molto su un turismo di prossimità – ha dichiarato Letizia Casuccio, Direttore Generale di CoopCulture –  dunque di famiglia e molto sui residenti. Stiamo pensando di ripartire dalla promozione di escursioni che vedano insieme ambiente – cultura e gastronomia. Per questo motivo oggi c’è necessità di avere un’agenzia, una cabina di regia unica che metta insieme anche tutto il mondo dell’associazionismo. Inoltre penso che sia opportuno non fare come hanno fatto in Francia e dunque distribuire bonus vacanze alle persone ma penso che sia invece meglio dare questi contributi alle imprese della filiera turistica affinché possano puntare sulla promozione di pacchetti turistici gratuiti o almeno economici. I dubbi sono davvero tanti. Ad esempio siamo davvero convinti che la gente ritorni già nell’immediato? Ovviamente alludo agli italiani perché ad esempio i turisti americani non arriveranno prima dei primi di Novembre. Abbiamo siti in Italia come il Colosseo che nel mese di Maggio avevano una media di 35.000 presenze e che nella ripresa per la sicurezza potranno arrivare ad ospitare 3000 presenze, ma ci saranno? Dunque i dubbi sono tanti. Avremo un turismo di prossimità, molto di famiglia. Il Colosseo aveva già da tempo puntato su una tecnologia innovativa. Ad esempio da circa 20 anni abbiamo smaterializzato il biglietto cartaceo ed oggi grazie ad un software quei turisti che avevano prenotato stanno avendo l’opportunità di riposizionare la prenotazione in altri periodi quando si pensa possa essere finita l’emergenza”.

“La Costiera Amalfitana si candida ad essere realmente una piattaforma di innovazione – ha affermato Robert Piattelli Co-founder BTO Educational – dove si punta su startup green, sostenibilità, una nuova mobilità. E queste azioni erano già iniziate prima del Coronovirus”.

“Nel 2002 diedi vita alla Fondazione Ravello e fu una delle prime esperienze di questo tipo in Italia. In queste ore invece vedo un Paese tutto orientato e preso esclusivamente dalla contingenza. La contingenza sta sicuramente rappresentando un momento importantissimo e di gravità assoluta. Ma quanto durerà la contingenza? Un anno ancora? Perché puntare tutte le risorse solo sulla contingenza. Non sarebbe invece opportuno investire anche sul futuro. Cosa resterà dopo questa contingenza? Cambierà la domanda mondiale e dobbiamo farci trovare pronti. Ad esempio bisogna mettere mano al problema del dissesto idrogeologico, della sanità e della mobilità – ha dichiarato Secondo Amalfitano, già Direttore di Villa Rufolo, esponente intellettuale di rilievo, già sindaco di Ravello e coordinatore nazionale dei piccoli comuni dell’Anci –   e puntare sul fatto che la Costiera Amalfitana vive di Paesaggio. Rilancio un appello chiaro che è caduto nel vuoto: i 14 amministratori comunali, con esperti del settore, si confrontino per avere una visione comune del futuro. Dobbiamo generare una domanda di esclusività, applicare le nuove tecnologie anche alla fruizione dei beni culturali della Costiera. Oramai  le nuove tecnologie sono complementari ai beni culturali. Bisogna far uscire in modo forte il patrimonio culturale minore della Costiera e rilanciare la mobilità interna. Rilanciare il documento che era alla base di Ravello 2020”.

“Valorizzare siti minori della Costiera, prodotti locali nelle scuole e figure professionali in grado di mettere in campo turismo emozionale. Dunque valorizzare una Costiera più autentica e non limitata alla cartolina. C’è bisogno del racconto di queste storie provenienti dal territorio. Sarebbe auspicabile ad esempio una Carta Costa d’Amalfi grazie alla quale da una parte il turista abbia a disposizione in modo diretto l’accesso a dei servizi e dall’altra si possa destinare parte del ricavato all’agricoltura che è alla base della tutela del Paesaggio della Costiera. Si andrebbero ad aiutare così quelle cooperative  che contribuiscono al mantenimento del paesaggio. Per redigere il piano di gestione della Costiera – ha dichiarato Ferruccio Ferrigni, urbanista, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello –  del  abbiamo posto molta attenzione alla complessità del sistema della Costiera Amalfitana. Tra i 10 obiettivi strategici che questo piano ha identificato ben 3 sono relativi al Patrimonio culturale e gli altri comunque riguardano gli aspetti che hanno generato tale patrimonio e contribuiscono alla sua tutela come ad esempio l’agricoltura. Oggi ancora di più nel dopo Covid, supportare l’agricoltura diventa un intervento che serve alla stessa offerta turistica”.