Coronavirus, Le API: “velleitario e pericoloso parlare di riapertura senza definire le condizioni “
“Parlare di riapertura senza definire le condizioni per riaprire ed i piani per contenere futuri focolai è velleitario e pericoloso”, lo dichiara Salvatore Giunta, Consigliere Nazionale Unità Siciliana – LE API attraverso una nota inviata alla stampa.
“Questo è quanto afferma la comunità scientifica ed inoltre la riapertura diventa ancora più pericolosa se si eseguono solo pochi test per ogni tampone positivo.
Il caso Siracusa, ospedale misto Covid 19, e la vulnerabilità e scarsa organizzazione della sanità siciliana – continua Giunta – sono le motivazioni più forti per avviare l’organizzazione di ospedali Covid specialistici per affrontare con ragionevole sicurezza la “fase 2” dell’emergenza.
Anche Papa Francesco ha chiamato al telefono il Sindaco della città aretusea in seguito ad una accorata lettera ricevuta da un cittadino ed ha espresso la sua vicinanza e la sua preghiera per la città.
Dell’evento resta da chiarire, e questo è lasciato alla riflessione di ciascuno di noi, se “Francesco il ribelle” abbia voluto lanciare un messaggio per un intervento “illuminante” sulla gestione della sanità in Sicilia.
È indispensabile avviare la fase 2 dell’emergenza covid-19 con misure di estrema sicurezza anche nelle aree a bassa diffusione del contagio.
Una misura imprescindibile è certamente la organizzazione, in tutta la Sicilia, per non ripetere l’esperienza dell’Umberto I di Siracusa, di unità ospedaliere covid-19 specialistiche, opportunamente dislocate in tutto il territorio dell’isola.
Torniamo ad indicare l’ospedale Maddalena Raimondi di San Cataldo come HUB covid-19 del centro Sicilia, come struttura strategica e idonea per arginare la diffusione della malattia durante la “fase 2” con misure di contenimento e di sicurezza; ma anche per superare le criticità, assai pericolose, degli ospedali misti dove si accendono con maggiore facilità i nuovi focolai e dove, come avvenuto nelle strutture delle RSA milanesi, soggetti con precarie capacità di risposta immunitarie possono venire a contatto del virus ed andare incontro a complicazioni mortali.
Il Presidente Musumeci e l’Assessore alla Sanità Razza siamo certi che, – conclude il Consigliere Nazionale de Le API – dopo l’esperienza dell’Umberto I, sapranno pianificare un adeguato sistema sanitario per affrontare in Sicilia la fase 2. O attendono una telefonata dal Papa?“