Ogni giorno è una pagina nuova: numeri, statistiche, grafici matematici di speranza e d’illusione. Dichiarazioni, smentite, provvedimenti

Ce l’hanno detto in tutti i modi.

Ce lo siamo pure disegnati sui cartelloni.

L’abbiamo anche appeso sul balcone.

C’è chi l’ha cantato fuori dalla finestra, chi l’ha gridato e chi ha pregato silenziosamente.

AndràTuttoBene.

Rimane però un dato di fatto: stiamo vivendo una pagina di storia dai contorni ancora non definiti. La stiamo vivendo giorno dopo giorno, con tutte le paure e i perché.

Siamo in guerra. Emergenza. DaD. Positivi. Tampone. Bollettino. DpCM. Spesa online.

Ad essere cambiato è anche il vocabolario quotidiano, la lista di tutto ciò che diciamo ai nostri cari e – nei giorni più cupi – anche un po’ a noi stessi… La stessa geografia degli affetti e dei ricordi è cambiata… e ciò che turba maggiormente è il non avere certezza alcuna del futuro.

La libreria, il circolo tennis o l’officina ci sembrano d’incanto luoghi astratti – forse mai esistiti? Prendersi un caffè al bar con un amico, passare a comprare il giornale, convalidare una schedina del Super Enalotto e poi andare a far la spesa, sono diventate operazioni sovversive – e stai bene attento a non cadere in tentazione!

La vita, quella nel vero senso della parola, ritornerà – andrà tutto bene! – però chi può giurare sul fatto che si ritornerà come prima? Concerti, viaggi organizzati, comitive di amici – giovanotti e diversamente giovani – seduti sulle panchine?

Pellegrinaggi, cene in pizzeria, allegre feste di compleanno?

Sarà un normale ritorno al passato… o un irrazionale miraggio verso il futuro?

Ogni giorno è una pagina nuova: numeri, statistiche, grafici matematici di speranza e d’illusione. Dichiarazioni, smentite, provvedimenti.

Proviamo a chiudere gli occhi per un attimo.

Spegniamo la tv, fermiamo la voce degli altoparlanti e le fotocopie delle autocertificazioni.

Approfittiamo di questa pagina bianca per fermarci, respirare a fondo, strabuzzare gli occhi e riscoprire la nostra realtà familiare e quella più intima.

Ogni momento cupo della storia può essere visto come una catastrofe, se ci si abbandona solo alla paura.

Proviamoci, ad aprire quel cassetto e a scovare nuovi colori che credevamo non avere più. Proviamoci, ad agitare quella sana follia interiore che stava per assopirsi del tutto.

Proviamoci, ad avere finalmente fiducia.

Giovanni Manna