Gli USA, per combattere il coronavirus, hanno acquistato i tamponi da un’azienda italiana

Un articolo del giornalista Gianluca Di Feo, pubblicato su repubblica.it, spiega come e perchè gli Stati Uniti hanno acquistato i tamponi in Italia, presso un’azienda capace di produrne, per i test del Covid-19, in quantità sufficienti per soddisfare le richieste in Italia e le vendite all’estero.

Dopo averli acquistati, il carico è stato trasportato negli USA con un aereo militare. Sembra che il vero problema in Italia sia riconducibile ai laboratori per analizzare gli stessi tamponi eseguiti. In realtà i dubbi a tal proposito sono diversi, cioè se oltre ai tempi d’attesa delle analisi vi sia il problema della quantità di laboratori che riescano a sopperire le richieste che pervengono. A tal proposito sono accaduti fatti di speculazione attorno proprio a laboratori che esercitavano impropriamente test sul coronavirus, come è successo in Campania in un laboratorio segnalato e prontamente diffidato dalle forze dell’ordine.

Si legge nell’aticolo: Il mondo intero dice che è una guerra. E per la prima volta nella Storia sembra essere di tutti contro tutti, senza più alleanze. Ogni nazione pensa per sé, usando ogni mezzo per garantirsi le armi vincenti contro il virus: tamponi, mascherine, respiratori. Così gli Stati Uniti sono riusciti a comprare mezzo milione di kit per individuare il contagio a Brescia. E li hanno trasferiti a Memphis con un aereo militare.

Mercoledì l’America ha festeggiato per l’arrivo di un carico di tamponi, appunto mezzo milione di pezzi. Una scorta impressionante: nel nostro Paese dall’inizio dell’epidemia ne sono stati fatti poco più di 100 mila. Ma quella provvista sbarcata negli Usa proveniva dalla base americana di Aviano, poco distante da Pordenone. Sì, in Italia c’era una colossale riserva di test diagnostici, disponibile a poche decine di chilometri dall’epicentro del Covid-19: strumenti che le nostre regioni cercano in tutti i modi per arginare la diffusione del morbo ma che non riescono a trovare.

L’annuncio della spedizione transatlantica è stato fatto su Instagram, assieme alla foto della stiva di un quadrireattore C-17 Globemaster dell’Air Force colma di contenitori con i kit. Poi il post è stato rimosso. Ma la notizia ha trovato conferma ufficiale nelle parole del portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman.

“Ci sono elementi multipli per fare il test – ha spiegato il generale Paul Friedrichs, del comando medico centrale – I primi sono i tamponi che servono a raccogliere i campioni dalle persone, poi c’è il liquido dove svilupparli. Questo è ciò che abbiamo portato dall’Italia”. Il generale ha detto che i materiali vengono prodotti negli Usa e all’estero, senza precisare dove fossero stati reperiti. E ha aggiunto: “Questo è un grande esempio di come le nazioni lavorino insieme per assicurare che venga data risposta alle domande globali”.

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