Sinalp e Usi dichiarano lo stato di agitazione dei lavoratori Meridi abbandonati dalle Istituzioni

I lavoratori della Meridi s.r.l. in A.S. società proprietaria del marchio FORTE’, martedì 28 giugno si ritroveranno davanti alla sede RAI di Palermo per manifestare contro l’annunciato licenziamento collettivo e mercoledì 29 giugno, per denunciare quanto stanno subendo da oltre 3 anni, daranno le ultime gocce del loro sangue a chi ne ha veramente bisogno, donando il loro sangue presso l’AVIS Palermo di via Salinas 68.

Le OO.SS. USI Sicilia e Sinalp Sicilia assieme ai lavoratori hanno deciso di protestare davanti alla sede RAI per la Sicilia poiché la TV di Stato con il suo silenzio verso questo dramma, che ha visto la distruzione di una rete distributiva tutta siciliana, si è resa, di fatto, corresponsabile con lo Stato Italiano che continua, praticamente, a trattare i Siciliani come figli di un Dio minore.

Non è pensabile e né accettabile che altre aziende in crisi, spesso con un numero di dipendenti notevolmente inferiore, hanno avuto un’attenzione massima e sono anche state salvate grazie al loro inserimento in programmi di fuoriuscita dalla crisi gestiti dal MISE e Meridi S.r.l. no.

Queste aziende hanno certamente tutto il nostro rispetto e nei confronti dei lavoratori tutta la nostra solidarietà, ma non possiamo non notare che pur essendo coinvolti un numero notevolmente inferiore di dipendenti, hanno avuto un “trattamento” sicuramente “più attento” da parte del Governo Nazionale e conseguentemente anche da parte della TV di Stato che ha diffuso la notizia per mesi e mesi realizzando tra l’opinione pubblica l’evento della crisi aziendale.

Viviamo in una società che una emergenza, un problema, diventa tale solo se assurge alla notorietà dei mezzi d’informazione.

Se nessuno degli organi dello Stato preposti decide di interessarsi di un’azienda in crisi e tale crisi non viene veicolata dai mezzi televisivi, allora quell’azienda non esiste, la sua crisi non esiste, ed i suoi lavoratori non esistono.

Meridi S.r.l. dava lavoro ad oltre 680 padri e madri di famiglia ed essendo l’unica rete della grande distribuzione siciliana, era anche la vetrina di tantissime aziende produttive dell’agroalimentare siciliano.

Basti pensare che nei punti vendita FORTE’ erano presenti spesso ben oltre il 40% di prodotti siciliani di aziende siciliane.

L’azienda è stata commissariata nel gennaio 2020 a seguito del dissesto finanziario della vecchia gestione in capo all’imprenditore Nino Pulvirenti.

Dopo un tentativo di rilancio da parte del Commissario Straordinario, proposto dal MISE e nominato dal Tribunale di Catania, che ha permesso la cessione di n. 12 punti vendita nel palermitano, i restanti 80 punti vendita sparsi in tutta la Sicilia hanno chiuso i battenti, compresa la piattaforma di distribuzione sita in Belpasso (CT), senza che nessuno abbia agito per salvaguardare i posti di lavoro.

L’azienda con l’indotto contava circa 1.350 dipendenti, e l’USI ed il SINALP hanno accompagnato i lavoratori ex Meridi S.r.l. in tutti quei percorsi, consentiti dalla legge, affinché potessero avere un futuro assieme alle loro famiglie.

Ad oggi rimangono circa 140 padri e madri di famiglia da collocare, oltre ai lavoratori dell’indotto che si sono ritrovati anch’essi, loro malgrado, fuori dal sistema produttivo siciliano.

L’USI Sicilia e il Sinalp Sicilia con i lavoratori denunciano questo vergognoso stato di fatto che è arrivato al peggiore degli epiloghi, la chiusura di Meridi S.r.l. e la fine di ogni speranza per i dipendenti.

Purtroppo il MISE nulla ha fatto, anche dopo varie manifestazioni dei lavoratori e vari tavoli, per addivenire ad una soluzione e men che mai a proporla.

Anche i Siciliani pagano le tasse necessarie a pagare il fior fiore degli esperti salva aziende impegnati presso il MISE con l’obiettivo di “partorire” soluzioni in grado di risolvere le crisi occupazionali connesse alle crisi aziendali.

Ci chiediamo che valore hanno oggi le bellissime frasi riportate nella Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce il diritto al lavoro…” E ancora: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

I lavoratori Meridi S.r.l. chiedono che venga rispettato il loro diritto al lavoro, e chiedono un intervento deciso ed incisivo dello Stato Italiano affinché venga neutralizzata l’azione distruttiva del “non fare” che ha relegato i lavoratori Siciliani in un limbo che è il prologo della “morte” sociale ed economica di tutti loro.