Silvia Romano è libera, ma scoppia il caso

E’ tornata sana, salva e convertita all’Islam Silvia Romano la ragazza rapita il 20 novembre 2018 da un gruppo di islamisti appartenenti ad Al Shabab, che ha trascorso 18 mesi sotto sequestro.

“È vero, mi sono convertita all’Islam, ha dichiarato Silvia poco dopo l’arrivo a Ciampino, ma è stata una mia libera scelta, non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori che mi hanno trattato sempre con umanità. Non è vero invece che sono stata costretta a sposarmi, non ho avuto costrizioni fisiche né violenze”.

Il suo arrivo, avvenuto ieri in Italia, è stato accolto dall’abbraccio dei suoi familiari ed anche dal Premier Giuseppe Conte: “il sorriso di Silvia infonde in tutti noi, in tutto il Paese, una grande energia, una boccata di ossigeno più che mai necessaria in questo momento. Bentornata a casa!”.

Le parole di Silvia Romano al suo arrivo

Silvia è scesa dall’aereo con un abito tipico delle donne islamiche di alcune tribù somale, lo jilbab, ed è stata proprio questa immagine che ha fatto scoppiare tante polemiche da parte di giornali ed osservatori politici.

“Abbiamo liberato un’islamica” titola oggi il quotidiano Libero; “Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, ha scritto Vittorio Sgarbi nella sua pagina di Facebook, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”.

E sul titolo di Libero Andrea Scanzi ha così scritto: “Schifo. Orrore. Indecenza. Il peggio del peggio del peggio”.

Netta è anche la posizione del giornalista Enrico Mentana che scrive: “mi illudevo che la notizia del ritorno di Silvia Romano sarebbe stata salutata da reazioni e commenti di gioia comune. Malpancisti e odiatori di ogni ordine e grado invece sono spuntati fuori da ogni parte. Ve lo dico col cuore: fate schifoper quanto mi riguarda vale l’insegnamento di Liliana Segre: in un paese libero non mi importa se credi e qual è il tuo Dio, mi sei comunque fratello”.

“Chi vince da questa partita è il gruppo terroristico fondamentalista islamico Al Shabab” scrive su Repubblica Piero del Re.

Un quesito lo pone anche Massimo Alberizzi, già inviato del Corriere della Sera, conoscitore della realtà africana che, qualche anno fa riuscì a scampare ad un sequestro in Somalia: “mi domando perché non si va direttamente a chiedere aiuto all’intelligence somala e si bussa invece alla porta dei servizi turchi, che ci chiederanno delle contropartite politiche, ad esempio in relazione alla guerra in Libia”.